Luca Bizzarri (Genova, 1971) ha 53 anni: «L’inizio della mia carriera è stato influenzato dal fatto che io non vengo da una famiglia economicamente solida, i miei non avrebbero potuto permettersi di sostenermi a lungo. Mi dissero: “Ti aiutiamo come se facessi l’università. Ma non oltre”. Io frequentavo l’Accademia d’Arte Drammatica di Genova. Le mie scelte furono quelle giuste per potermi permettere una certa indipendenza».
«Dall’accademia sono uscito nel ‘94 e nel ‘96 ero in televisione. Nel ‘98 ho girato il mio primo film da protagonista. Da lì sono stati anni pieni di lavoro…» racconta al Corriere.
«Grazie a dio io vivo di lavoro, è come un’ossessione per me: io penso solo a lavorare. La mia vita è il mio lavoro. Credo sia il motivo per cui sono riuscito ad avere un minimo di successo». «Dal punto di vista umano sono un fallimento. Non ho figli, non ho una compagna, non ho una famiglia. Ho solo il mio lavoro. Questo mi avvantaggia moltissimo…».
Da venerdì a domenica, al Teatro Gioiello di Torino, è protagonista insieme a Francesco Montanari della pièce Il medico dei maiali, scritta e diretta da Davide Sacco. In scena è lui a interpretare il veterinario, unico «medico» in prossimità, che si prende cura del re d’Inghilterra che muore all’improvviso in Scozia. In quel frangente giunge un principe ereditario sciocco e sprovveduto, travestito da Hitler, reduce da una festa a tema in un Gay Pride. Il testo, vincitore del Premio Nuove Sensibilità 2022, è il terzo capitolo della trilogia «La ballata degli uomini bestia» di Davide Sacco.