Simona Ventura a processo per evasione fiscale. La presentatrice tv si difende: «Una vergogna, non ho nessuna colpa».
di Redazione

Milano – Simona Ventura (Bentivoglio, Bologna, 1965) è accusata di evasione fiscale per circa 500 mila euro per fatti tra il 2012 e il 2015. «Mi trovo ad essere accusata di aver evaso il Fisco, lo trovo profondamente ingiusto, una cosa che anche per me è una vergogna, non ho nessuna colpa – ha spiegato – Non mi sono mai interessata di aspetti tributari – ha aggiunto davanti al giudice Saba – di queste cose non ho mai capito un tubo, il mio errore probabilmente è stato dare fiducia ai professionisti che si occupavano di questi aspetti».
Secondo l’inchiesta, tra il 2012 e il 2015 la conduttrice avrebbe fatto confluire parte dei suoi ricavi e addebitato parte dei costi (anche per 80 t-shirt e per spese di trucco) ad una società, la Ventidue srl, quando, invece, avrebbe dovuto computare tutto, sia le entrate che le uscite, nella sua dichiarazione dei redditi come persona fisica. Da qui l’accusa di »dichiarazione infedele dei redditi».
Al centro dell’indagine ci sono i compensi relativi ad alcuni contratti, siglati soprattutto con emittenti televisive, sullo sfruttamento dei diritti di immagine per la sua attività professionale. Contratti cosiddetti ‘sdoppiatì, molto comuni nel settore soprattutto fino a qualche anno fa, con una porzione dei compensi pagata direttamente agli artisti e un’altra parte a società a loro riconducibili. Per un avvocato che si è occupato di questi contratti, sentito come teste della difesa, la conduttrice, però, «non era a conoscenza degli aspetti fiscali».
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