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04/07/2023 09:26

Testamento Berlusconi, un tesoro da 7 miliardi

Come verrà diviso il patrimonio tra i figli dell'ex Cavaliere? Quale sarà il lascito per Marta Fascina? Il toto-eredità

di Redazione

Testamento Berlusconi, un tesoro da 7 miliardi
Testamento Berlusconi, un tesoro da 7 miliardi

Milano – C’è attesa per l’apertura del testamento di Silvio Berlusconi, rimandata ai prossimi giorni per “questioni burocratiche”. Nel frattempo spuntano dai Caraibi possibili integrazioni al documento, che potrebbero rimettere in discussione l’eredità di uno degli uomini più ricchi d’Italia e d’Europa. Come verrà diviso il patrimonio tra i figli di Berlusconi, quale sarà il lascito per Marta Fascina, ci sono altre persone ‘esterne’ che avanzano pretese?

Eredità Silvio Berlusconi: come verrà divisa tra i figli
I lasciti dell’ex presidente del Consiglio e fondatore di Mediaset non dovrebbero riservare grandi sorprese, sembrerebbe essere tutto molto chiaro, ma quando si parla di grandi eredità nulla è certo. Nel caso Berlusconi si guarda soprattutto al 61% delle quote Fininvest in mano all’ex Cavaliere, la holding che opera nel settore televisivo con Mediaset e nell’editoria con Mondadori, e ai 700 milioni di euro in immobili sparsi nel mondo. Prima di tutto vediamo cosa dice la legge.

La legittima
La quota legittima che per legge spetta ai figli è dunque pari a 2/3 del patrimonio mentre l’altro 1/3 è disponibile. Nel caso di Berlusconi e di Fininvest la legittima da dividere in parti uguali tra i figli sarebbe dunque pari al 40%: 5 quote del valore dell’8% ciascuna. Poi c’è un altro 20% di cui Berlusconi poteva disporre liberamente. A chi andrà?

Come potrebbe cambiare l’assetto proprietario di Fininvest

Per non creare scompiglio in famiglia il Cavaliere avrebbe deciso di garantire la maggior continuità possibile con l’assetto attuale. Se così fosse Marina e Pier Silvio, figli della prima moglie Carla Elvira Lucia Dall’Oglio, resterebbero alla guida di Mondadori e Mediaset For Europe (ex Mediaset). Barbara, Luigi ed Eleonora, i 3 figli della seconda moglie Veronica Lario, invece, manterrebbero solo un ruolo, seppur di peso, nel consiglio di amministrazione di Fininvest. Ma è tutto da vedere, perché se è vero che ogni figlio ha diritto a un quinto dei due terzi, è pur vero che la quota di legittima non è qualitativa ma quantitativa: dunque non si ha diritto a una quota su ogni singolo bene, ma a un valore.

Per ora si sa solo che tutti e cinque i figli sono già dentro Fininvest, con quote in quattro delle sette holding che la controllano. Marina e Piersilvio hanno il 7,65% rispettivamente nelle holding IV e V; Barbara, Luigi ed Eleonora hanno una quota complessiva del 21,42% nella holding XIV (il 7,143% ciascuno). Se la quota di Berlusconi venisse assegnata in parti uguali ai cinque figli, la maggioranza della holding di famiglia farebbe riferimento a Barbara, Eleonora e Luigi (con il 46% circa contro il 32% dei primi due figli) mentre se l’altro 20% ‘libero’ da vincoli venisse indirizzato verso Marina e Pier Silvio, i due figli maggiori avrebbero il controllo di Fininvest.

Il lascito a Marta Fascina

C’è poi il capitolo Marta Fascina, la donna che Silvio Berlusconi ha sposato lo scorso anno con un matrimonio non ufficiale privo di alcun valore legale. La deputata 33enne di Forza Italia, fidanzata ufficiale di Silvio dal 2020, è stata al suo capezzale fino all’ultimo minuto mostrando nei confronti del compagno una totale dedizione. Secondo alcune indiscrezioni l’ex Cavaliere avrebbe lasciato alla ‘quasi moglie’ l’usufrutto di una parte della Villa San Martino ad Arcore, dove i due vivevano insieme, e 100 milioni di euro.  

Apparentemente i rapporti tra la Fascina e i figli di Silvio Berlusconi sembrerebbero buoni, come confermano le numerose foto nella mano con Marina al funerale in duomo a Milano, anche se poi al famoso ‘non matrimonio’ c’era un grande assente: Piersilvio. In ogni caso sembra che Silvio Berlusconi abbia curato nel dettaglio il lascito alla Fascina, per evitare eventuali battaglie legali tra familiari. 

Spunta un testamento ai Caraibi

Tra le persone esterne alla famiglia che sperano di ottenere una parte del patrimonio di Silvio Berlusconi non c’è solo Marta Fascina. Al notaio milanese Arrigo Roveda, da anni al fianco del leader di Forza Italia, sarebbero giunte diverse telefonate da parte di chi vorrebbe aggiudicarsi anche una piccola fetta della golosissima torta, come quella di Marco Di Nunzio.

Secondo Il Fatto Quotidiano, l’imprenditore colombiano avrebbe dichiarato di essere in possesso di una integrazione al testamento di Silvio Berlusconi stipulata ai Caraibi il 21 settembre 2021. Il documento firmato nello studio del notaio Jimenez Najera Margarita Rosa a Barrio Espinal, in Colombia, sembrerebbe però non essere efficace, almeno fino a quando non viene depositato nell’archivio notarile.

Chi è Marco di Nunzio e cosa c’entra con l’eredità di Berlusconi

Cosa reclama Marco Di Nunzio ma soprattutto chi è? Torinese, classe 1968, è un imprenditore nel settore della cantieristica navale. Prima di trasferirsi in Colombia aveva provato a diventare sindaco di Borgomasino, comune in provincia di Torino, con la lista Movimento Bunga Bunga-Forza Juve. Ora è membro del Comites in Colombia, organismi rappresentativi della collettività italiana.

Di Nunzio afferma di essere stato nominato da Berlusconi come legato per disporre della somma di 20 milioni “con l’onere di innalzare la struttura politica di Forza Italia e i Club Forza Silvio in Colombia” e di ulteriori 6 milioni “con l’onere di regali da depositarsi sul conto corrente in Miami, Florida”. Non è tutto, l’ex Cavaliere gli avrebbe promesso anche “la Nave Principessa Vai Via e tutte le mie imbarcazioni, navi e natanti in mio possesso; il 100% delle azioni delle società proprietarie delle ville ad Antigua e nelle Antille con annesso terreno; il 2% della holding Fininvest Finanziaria di Investimento Spa”. 

Ma qualcosa non torna: Fininvest avrebbe fatto sapere che nel presunto giorno della stipula del documento in Colombia Berlusconi era ad Arcore. “Se non sarò accontentato chiederò il sequestro delle azioni della società”, avrebbe risposto Di Nunzio.

 Quando verrà aperto il testamento di Berlusconi

Con molta probabilità queste beghe faranno slittare ulteriormente i tempi di apertura del testamento. Intanto a causa di alcuni “ritardi burocratici” è saltata la data del 26 giugno 2023. Servirà ancora qualche giorno, ha dichiarato a La Stampa il notaio Roveda, sottolineando che bisogna ancora stimare le 24mila opere d’arte che si trovano ad Arcore e negli yacht.

Intanto giovedì 29 giugno si riunirà per approvare i conti dello scorso anno l’assemblea di Fininvest, la prima dopo la morte di Silvio Berlusconi avvenuta il 12 giugno 2023. Il 4 luglio, invece, verranno presentati i palinsesti di Mfe-MediaForEurope. Quando verrà letto il testamento di Silvio Berlusconi? Probabilmente i primi giorni di luglio (forse proprio il 4). Solo allora sapremo con certezza quali sono state le ultime volontà del grande imprenditore e politico italiano, a chi andranno e come saranno divisi i 7 miliardi del suo gigantesco impero, composto da partecipazioni di società quotate in Borsa, aziende non quotate, proprietà immobiliari, una squadra di calcio, elicotteri, yacht e opere d’arte.