“Non mi pento, in Italia è tutta una truffa”. E spunta un nuovo business gestito sempre con la figlia in Albania
di Redazione

Roma – “Sono pensionata e prendo 600 euro al mese, capito? Questa è l’Italia, con 40 e passa anni di contributi”. Fa discutere lo sfogo di Wanna Marchi: il pubblico è diviso tra chi pensa che, scontata la pena, non sia giusto condannare a vita la teleimbonitrice delle pozioni magiche per il suo passato; e chi invece crede che debba ringraziare Iddio che lo Stato le riconosca qualcosa dopo la condanna a quasi 10 anni di reclusione insieme alla figlia, per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata e bancarotta fraudolenta (più il fratello per riciclaggio) confermata in Cassazione nel 2009.
Anche perché Wanna non s’è mica pentita dei raggiri perpetrati con alghe e filtri miracolosi: “Mai, noi odiamo i pentiti – dice parlando anche a nome di Stefania Nobile -. Non ci piace la gente che chiede scusa per avere uno sconto di pena, non si torna indietro. La gente si fidava e si fida ancora. Poi qui è tutto una truffa. Facevamo quello che tutti continuano a fare, in primis lo Stato con gratta e vinci, slot machine, giochi online”.
I 600 euro dell’Inps “bastano solo per il parrucchiere – dice -. Per fortuna ho dei figli che guadagnano bene e mi mantengono”. La figlia, infatti, dichiara di avere “un signor stipendio: lavoro nei locali con il mio ex fidanzato Davide Lacerenza” e un nuovo ricco business, a quanto pare di tipo immobiliare, in Albania: “Faccio i locali e li vendo”. Anche la madre si trasferirà presto a Tirana: “Sto già facendo i bagagli. Almeno la pensione diventerebbe netta, 750 euro al mese”. E pensare che c’è gente, come Emilio Fede, che si lamenta di non riuscire a campare neanche con 8mila euro mensili.
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