Un cortocircuito organizzativo
di Gabriele Giannone


Modica – Una giornata da dimenticare quella di ieri per automobilisti, residenti e turisti. Il territorio modicano è stato letteralmente paralizzato da un duplice evento: da un lato i lavori improvvisi sulla SS194 Modica-Pozzallo da parte di Anas, dall’altro un incendio sulla Strada Provinciale Modica-Mare, che ha portato alla chiusura temporanea dell’arteria, in pieno giorno e con temperature oltre i 40 gradi.
Un cortocircuito organizzativo che ha trasformato le principali vie di collegamento in trappole roventi, senza alcuna comunicazione preventiva. Nessun avviso ai Comuni interessati, nessun preallarme agli automobilisti, rimasti bloccati per ore, spesso senza alternative di percorso. File interminabili sotto il sole, con auto ferme e persone costrette ad aspettare senza sapere per quanto tempo.
A intervenire per scongiurare il peggio è stato il Comando della Polizia Locale di Modica, che ha preso contatto diretto con i referenti Anas per chiedere e ottenere l’immediata sospensione dei lavori, almeno nelle ore di punta. Una misura d’emergenza che ha evitato che la situazione degenerasse ulteriormente in un momento di grande afflusso turistico e commerciale.
Ma resta la contestazione, pesante, all’indirizzo di Anas. La totale assenza di comunicazioni ufficiali ai Comuni coinvolti, e la mancanza di segnalazioni agli utenti della strada, ha sollevato forti critiche, sia a livello istituzionale che tra i cittadini. “Non è possibile bloccare una delle principali arterie della provincia senza alcun preavviso — commenta un automobilista bloccato per oltre un’ora — né un cartello, né una deviazione, solo caos e caldo infernale”.
L’incendio, domato dai vigili del fuoco dopo alcune ore di intervento, ha aggravato il quadro, ma è stato l’effetto combinato con la gestione disattenta dei lavori a rendere la giornata insostenibile.
La situazione, almeno per oggi, dovrebbe tornare alla normalità, ma l’accaduto ha aperto un fronte di polemiche che difficilmente si placherà. I Comuni chiedono chiarezza e coordinamento, e i cittadini un diritto fondamentale: essere informati per tempo.
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