Cronaca
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18/06/2025 13:16

Morto folgorato mentre lavorava: dolore e choc per Samuel

La procura ha disposto l'autopsia

di Redazione

Caccamo – A Caccamo lo conoscevano tutti. L’intera comunità è in lacrime per Samuel Scacciaferro, l’operaio di 26 anni che ieri, 17 giugno, ha perso la vita mentre lavorava in contrada Genovese a Menfi, nell’Agrigentino. Lì, dove è in fase di realizzazione un impianto fotovoltaico, il ragazzo è stato travolto da una scarica elettrica ed è morto folgorato.

Stava eseguendo i lavori per una ditta di Campobasso che, a sua volta, si sta occupando del progetto di un’azienda romana. Ora bisognerà accertare cosa è andato storto e verificare quindi la presenza o meno di tutte le autorizzazioni e delle condizioni di sicurezza del cantiere. I rilievi sono stati eseguiti già nelle scorse ore, ma gli accertamenti proseguiranno.

La Procura di Sciacca ha nel frattempo disposto l’autopsia sul corpo del giovane operaio, mentre tutta Caccamo è incredula di fronte all’ennesima morte sul lavoro. Samuel viene descritto come un giovane pieno di risorse, lavoratore e molto legato alla famiglia. Tantissimi i messaggi di cordoglio condivisi sui social che cercano di dare forza ai genitori.

La madre è parrucchiera, il padre lavora all’ospedale di Termini Imerese: “Due genitori meravigliosi – racconta l’amica di famiglia Francesca – con due figli splendidi. Siamo davvero sconvolti per quello che è accaduto, Samuel aveva una vita davanti, tanti sogni, progetti. Come si può accettare? Come comunità faremo di tutto per fare sentire la nostra vicinanza ai familiari, ma è da tempo arrivato il momento di dire basta ad eventi del genere, non è più concepibile, nel 2025, morire mentre si lavora”.

Rabbia e dolore per l’ennesima giovane vita spezzata. “Anche il mio paese è stato colpito dalla morte sul lavoro – scrive Concetta – la mattanza quotidiana continua, una giovane vita che se ne va, nipote di una mia amica, nipote che amava tanto, come un figlio, grandissimo dolore per la sua mamma che non potrà più abbracciarlo. Non si può morire di lavoro. Bisogna chiedere con forza a chi di dovuto, alla politica, alle istituzioni, anche i cittadini di lavorare per il bene di tutta la società”.

E aggiunge: “La morte di Samuel mi ha colpita perché caccamese, perché l’ho avuto a scuola, un bambino bellissimo con tanta personalità. Per questa politica i lavoratori non contano, sono solo mezzi da sfruttare perché vanno garantiti i datori di lavoro, i padroni e capitalisti che si arricchiscono sfruttando e spremendo gli operai. Ogni giorno muoiono due, tre operai, padri di famiglia, figli, fratelli che non tornano più a casa ma nessuno fa niente”.