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02/07/2013 00:07

Mostra di Mira Cantone a Comiso

Inaugurazione il 7 luglio alle 20

di Redazione

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Mira Cantone, foto
Mira Cantone, foto

Comiso – Si inaugura il 7 luglio alla fondazione Bufalino di Comiso la mostra fotografica della catanese Mira Cantone. 

Scrive la Cantone: “Citando Tabucchi che scrive su Ozu, uno dei registi preferiti da Bufali- no: «…i suoi paesaggi più amati sono di solito luoghi in cui la città si disfa in periferie povere o nella campagna…» mi sono chiesta come definire un’esperienza visiva del territorio con l’obiettivo fotografico avendo scelto di indagare aspetti del paesaggio che gira intorno a Comiso .

Una scoperta, per certi versi inedita, altre volte, partendo da Scicli, ho fatto delle puntate occasionali a Comiso per visitare una mostra o per una festa. Questa volta sono stata guidata dall’amico Salvatore Schembari, che, con l’entusiasmo che infonde alle sue ricche e colte descrizioni mi ha aiutato a elaborare una prospettiva dello spazio da considerare, oltre che a suggerirmi luoghi significativi di un’identità storica del posto.

Ragionando fotograficamente sulle molteplici opportunità offerte dagli scorci paesaggistici ho cercato di decifrare una parte di quel- la mappa di segni che possono contribuire al riconoscimento di un rapporto tra gli elementi, contenuti nel territorio e l’uomo- abitante, fondatore di spazi che ricostruisce ogni qual volta in maniera diversa. Il termine paesaggio viene da paese o villaggio, una stratificazione con valenza di habitat e dove si afferma il riconoscimento di una esperienza.

Scrive Bufalino: «Un paese, del resto, cos’altro è se non una creatura vivente, che nasce, cresce, invecchia, muore e rinasce, secondo l’al- ternarsi delle generazioni?»

Bufalino mi ha svelato nei suoi scritti, soprattutto in quelli che si rife- riscono all’amata città, alcuni itinerari: dal fiume Ippari alla foce lungo il mare che bagna Scoglitti; dal quartiere Muraglie alla cava contenu- ta nel Cozzo di Apollo e altri ancora. «…Ippari , si sarebbe già potuto udir risonare, venticinque secoli addietro, sulle labbra di Pindaro, in un’ode olimpica in onore di un atleta di Camarina».

E così le mie frequenze a Comiso si sono succedute durante i mesi invernali e primaverili
ripercorrendo più volte gli stessi luoghi per respirare con la mente e con gli occhi quei ritmi che la luce e i colori mediano sul paesaggio di Comiso.

Oltre che Salvatore Schembari, ringrazio Giovanni Iemulo, direttore della Biblioteca della Fondazione Gesualdo Bufalino che mi ha parlato a lungo di questo straordinario autore e consigliato alcuni argomenti dei suoi saggi.

I miei ringraziamenti vanno a Paolo Nifosì e Peppe Pitrolo che hanno fatto una lettura critica del mio lavoro scambiando con me le loro impressioni”