di Redazione

CATANIA, 17 MAG Diciotto anni di reclusione per il
‘capitano’ e 6 anni per il suo ‘mozzo’. Sono le richieste di
condanna della Procura di Catania per i due presunti scafisti
del naufragio del 18 aprile 2015 al largo della Libia in cui
morirono oltre 700 migranti. Soltanto 28 le persone
sopravvissute. Tra loro anche due minorenni che si sono
costituti parte civile nel processo che si celebra, col rito
abbreviato, davanti al Gup Daniela Monaco Crea.
Imputati sono il presunto ‘capitano’ del natante, il tunisino
Mohamed Alì Malek di 27 anni, e il suo ‘mozzo’ siriano Mahmud
Bikhit, di 25, che si proclamano innocenti sostenendo di essere
stati soltanto dei ‘passeggeri’. Sono entrambi accusati di
favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma al ‘capitano’
sono contestati anche l’omicidio colposo plurimo e il naufragio.
Sono un centinaio i corpi recuperati dalla marina militare dal
relitto del peschereccio che si cerca di portare in superficie
dal fondale al largo delle coste libiche.
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