Cronaca
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18/05/2009 17:38

Nell’83 uccise 2 ragazzini. Trovato cadavere del comisano Francesco Cubisino

di Redazione

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Barcellona Pozzo di Gotto – Il cadavere di un uomo, morto da mesi, è stato scoperto dai carabinieri all’interno di un casolare abbandonato di contrada Siena, a Barcellona. Si tratta di Francesco Cubisino 44 anni, originario di Comiso, che il 29 giugno del 1983 aveva ammazzato nelle campagne ragusane, a colpi di spranga, Alessandro Giudice, di 10 anni e Gaspare Columbo di 13 anni.

Cubisino li sequestrò per una notte in un casolare uccidendoli il giorno dopo. Il corpo di Giudice fu ritrovato sotto alcuni covini di grano, quello di Colombo a un chilometro di distanza. Per quei delitti Framcesco Cubisino fu condannato a 30 anni di reclusione.

Al processo diede segni di squilibrio tant’è che il suo difensore disse che l’omicida «sentiva le voci del fratello morto suicida in Germania e quelle dei bambini assassinati». Cubisino era da anni residente a Barcellona, da quando era stato dimesso dall’Ospedale psichiatrico giudiziario. Dell’uomo, assistito solo da volontari della Casa di solidarietà di padre Pippo Insana e dell’Avulss, da mesi non si avevano più notizie. Il suo corpo è stato trovato nel fabbricato riverso su un vecchio materasso stesso per terra. Le cause che hanno provocato la morte, quasi sicuramente conseguenze delle gravi patologie di cui soffriva, saranno adesso accertate nell’autopsia disposta dal magistrato di turno della Procura di Barcellona, il sostituto Domenico Musto che stamani conferirà l’incarico al medico legale. A nulla erano valse le ricerche dei volontari che più volte, e invano, avevano tentato di rintracciare Francesco Cubisino. Di lui, invero, nell’ultimo anno, non si occupava più nessuno in maniera stabile, soprattutto da quando era deceduta la volontaria che di fatto lo aveva adottato, trovandogli una casa in via Generale Angelo Cambria e facendogli percepire persino una pensione per le sue condizioni di salute che lo esponevano a malattie per immunodeficienza. Quello che fu definito dalle cronache dell’epoca “Il mostro di Comiso” aveva trascorso molti anni, come misura di sicurezza, nell’Ospedale pischiatrico giudiziario di Barcellona. Uscito dall’Opg aveva trovato una famiglia che lo aveva accolto, tanto da fargli ritrovare un equilibrio tale da renderlo capace di fornire la sua assistenza ad anziano che ha accudito per parecchio tempo. Le sue crisi paranoiche causate dalle vicende del passato spesso lo portavano ad isolarsi in zone rurali, dove occupava vecchi fabbricati che lui stesso arredava con mobili trafugati altrove. Queste sue estemporanee iniziative gli costarono tre diversi arresti: nell’agosto dello scorso anno a Mistretta, prima ancora nel novembre del 2005 a Frazzanò, nel settembre del 2002 a Patti.