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08/12/2010 00:20

Nino Minardo prepara la sfiducia ad Alfano

Manca il 13esimo voto

di Gazzettadelsud

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Il sindaco Alfano
Il sindaco Alfano

Comiso – L’onorevole Nino Minardo fa sul serio. A due giorni dall’insediamento della giunta “Alfano bis”, è venuto a Comiso, insieme col presidente del consiglio provinciale Giovanni Occhipinti e col vicepresidente dell’ente di viale del Fante Girolamo Carpentieri con l’obiettivo di preparare il terreno per la sfiducia, a meno che il sindaco Alfano non faccia marcia indietro, dando spazio a due esponenti della sua corrente.

Minardo ha incontrato i consiglieri comunali Nunzio Campo e Salvatore Romano, il cui apporto per sfiduciare Alfano è fondamentale, ma ha anche visto Giancarlo Cugnata, che, deluso per essere stato estromesso dalla giunta, aveva annunciato l’intenzione di lasciare il Pdl. Minardo ha cercato di far recedere l’ex assessore dal suo proposito, invitandolo a discutere il problema all’interno del partito.
La venuta a Comiso di Minardo e dei suoi amici è sicuramente un’arma di pressione nei confronti di Alfano, che la sera prima aveva ribadito il suo fermo no alla richiesta di tornare sui propri passi: «Gli assessori sono stati nominati venerdì e quelli rimangono. Siamo disposti a discutere con tutti sui programmi e sulle priorità di lavoro dell’amministrazione comunale, ma non farò marcia indietro». Il primo cittadino aveva aggiunto di non temere di avere contro il consiglio comunale.
La mozione di sfiducia per passare deve essere sottoscritta da almeno tredici consiglieri. In atto, in consiglio maggioranza e opposizione hanno lo stesso numero di seggi. Se, come probabile, Campo e Romano voteranno la sfiducia, bisognerà trovare il tredicesimo voto nelle file del Pdl o dell’Udc. Tutto questo, però, solo se si ammette che Gaetano Cottonaro e Pasquale Puglisi, eletti nelle liste della destra, accettino di far fronte comune con il Pd.
Intanto, un gruppo di sostenitori di Alfano ha criticato ufficialmente l’intromissione dei parlamentari del Pdl nelle vicende amministrative della città. «Cosa hanno fatto – contestano – i vari Minardo, Leontini e Occhipinti per la nostra città se non propaganda politica o piazzare in posti di potere persone che, in cambio della poltrona, avrebbero dovuto garantire una manciata di voti alle prossime elezioni? Alfano – concludono – merita un plauso perché ha fatto una scelta coraggiosa, non ha subito i diktat delle correnti e vuole governare al di là degli steccati politici».