Giudiziaria
|
14/04/2010 09:51

Non voglio nostro figlio e lo uccido

Convalidato l'arresto del tunisino che ha picchiato la moglie rumena. Storie di aborti e di violenze

di Redazione

Meteo: Scicli 24°C Meteo per Ragusa

 





Scicli – “Se mi lasci uccido il bambino”.

A dare l’allarme, per fortuna, era stata la suocera. Emergono nuovi particolari dall’arresto del tunisino 28enne Said Ammar, ammanettato venerdì sera dai carabinieri di Scicli in via Ameglio, ai piedi del quartiere Carmine, per resistenza a pubblico ufficiale.

L’arresto è stato convalidato. L’uomo dovrà rispondere ora anche di aver picchiato e segregato la donna e di aver minacciato di uccidere il loro figlioletto di pochi mesi.

La resistenza a pubblico ufficiale era l’unico capo di imputazione che i militari hanno potuto contestargli al momento dell’arresto; gli episodi di maltrattamento sono stati raccontati il giorno dopo dall’ex convivente davanti al giudice. La vittima è una ragazza rumena, che aveva una relazione con il 28enne tunisino. La donna era rimasta incinta e più volte l’uomo aveva cercato inutilmente di farla abortire. Dopo la nascita del bambino, l’uomo ha cominciato a picchiarla, segregandola in casa, costringendola a non avere rapporti di alcun genere neanche con la famiglia di provenienza.

Ammar le aveva anche distrutto il cellulare per impedire di chiedere aiuto. In una occasione, a causa delle percosse di cui era stata vittima, la ragazza aveva perso i sensi ed era svenuta. Fu lo stesso convivente a chiamare i medici, costringendo la giovane rumena a dire di essere rovinata dalle scale.

Allarmata dal fatto che la ragazza aveva chiuso i contatti con la famiglia, venerdì sera la madre ha cercato di chiamare al cellulare del tunisino. A rispondere, però, è stata la stessa ragazza che, in modo confusionario, ma parlando in rumeno, per non insospettire il convivente, ha spiegato alla madre ciò che stava subendo.

La madre della vittima, anche lei residente a Scicli, è corsa in caserma dai carabinieri e ha raccontato tutto.

I militari sono andati a casa dell’extracomunitario e l’uomo è andato su tutte le furie, minacciando di uccidere il bambino se la compagna fosse andata via.

L’extracomunitario si è scagliato anche contro i carabinieri. Ammar si trova costretto in carcere a Modica: dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, danneggiamento, sequestro di persona e resistenza a pubblico ufficiale.