Giudiziaria
|
14/11/2007 00:00

Omicidio Drago, la parola al Tribunale della Libertà

di Redazione

E’ atteso per le prossime ore il pronunciamento dei giudici del Tribunale della libertà di Catania ai quali si è rivolto l’avvocato Giuseppe Pitrolo per la scarcerazione o, in alternativa, i domiciliari per i suoi assistiti. Si tratta di Elena Ferrante (nella foto), 35 anni, colei che avrebbe sparato i due colpi mortali di pistola calibro 7,65 al petto dell’operatore ecologico già noto agli archivi Giuseppe Drago, 33 anni, sciclitano.

I giudici etnei dovranno pronunciarsi anche sulla sorella Maria, 40 anni, e sul pastore Giovanni Pacetto, incensurato 20enne. Tutti sono accusati di omicidio volontario in concorso con Toni Ferrante, 37 anni, reo confesso per scagionare le due sorelle.

Per Pacetto sarebbe probabile la derubricazione dell’originario reato in favoreggiamento e la conseguente concessione dei domiciliari. Ne è convinto l’avvocato Pitrolo, alla luce della pressoché totale estraneità ai fatti dell’incensurato, chiamato di corsa da Toni Ferrante a cose già fatte per nascondere in un posto sicuro il fucile a canne mozze e la pistola calibro 7,65 utilizzati per ammazzare Drago sull’uscio della sua abitazione al quartiere Jungi. Toni Ferrante aveva dichiarato d’aver sparato imbracciando il fucile a canne mozze e puntando la pistola con la mano sinistra.