di Socrathe

Nel gennaio di quest’anno il Ministero delle Tele comunicazioni ha reso noto il finanziamento pubblico destinato all’emittenza televisiva privata. Tra i concorrenti al contributo di Stato, erogato grazie alla legge Mammì, manca Video Mediterraneo. O meglio, nella classifica 2008 stilata dalla CORECOM su base regionale, la via maestra per accedere alla sovvenzione governativa, Video Mediterraneo si piazza al secondo posto, subito dopo Antenna Sicilia.
Pertanto, l’emittenza principe della nostra provincia, in virtù di questa speciale selezione, rientrava, a diritto, nell’ordine del credito Pubblico.
Video Mediterraneo sarebbe oggi destinataria di 1 milione 299 mila euro di contributo statale sulla base di alcuni parametri, certi e consolidati -fatturato, numero di giornalisti-professionisti e pubblicisti- impiegati, mezzi tecnici adottati, altro- che l’hanno spinta al valutato e noto secondo posto della graduatoria CORECOM Sicilia.
Ho introdotto una certezza affidando il periodo al possibile e sospettoso condizionale, sarebbe! Mettiamoci una maiuscola: Sarebbe! Il dubbio nasce da una lettura “burocratica” dei dati CORECOM da parte dell’ente erogatore il fido: lo Stato.
Ovvero, qualcuno ha trovato il “cavillo” per mandare in rosso il bilancio del Gruppo editoriale che fa capo a Carmelo Carpentieri, proprietario di Teletre, Mediterraneo Sat e Video Mediterraneo (la rete televisiva per cui l’imprenditore modicano ha chiesto il contributo Mammì). Video Uno appartiene al fratello Enzo Carpentieri e ha un bilancio a parte.
Ed è proprio la sommatoria critica delle tre reti, secondo
Il pretesto giuridico non avrà certamente un nome e un cognome, ma la faccia potrebbe essere quella di un ex dipendente, magari scontento, forse deluso, vuoi per ripicca, non sia mai per vendetta, che nell’affaire “Chiudete il rubinetto dei finanziamenti pubblici a Video Mediterraneo” ci ha messo lo zampino, la zampa e anche la soffiata in tribunale.
E così, la tenue brezza della rivalsa “burocratica” subisce la muta dell’uragano furioso, che distrugge tutto ciò che di buono è stato creato e non salva niente e nessuno, sbattendo con forza la porta della certa occupazione in faccia a 60 famiglie. Senza lavoro, dall’oggi al domani, così, per un cavillo.
Ci chiediamo dove l’editore di Video Mediterraneo abbia sbagliato: doveva presentare tre bilanci e tre richieste di finanziamento pubblico, separate, distinte, una per ogni rete del Gruppo? Chi lo sa. Gli esperti e gli addetti ai lavori al momento tacciono, dicono di non sapere, è stato chiesto il parere all’Avvocatura dello Stato che risponderà in autunno, quando il Diospero di Misilmeri ci delizierà dei propri frutti: i kaki!
Intanto è stata presentata la procedura di cassa integrazione per l’organico di Video Mediterraneo, a rotazione tutti i dipendenti del Gruppo prenderanno posto sulla grande giostra degli ammortizzatori sociali. Sarà garantita tuttavia la normale programmazione televisiva, il notiziario, prima d’ogni altra cosa, a garanzia della partecipazione dei cittadini alla vita politica del territorio, del sapere di cronaca, del diritto d’informazione di tutti e di tutto.
La rete che ha mandato in onda, ogni giorno e a tutte le ore, la storia della nostra amata Provincia negli ultimi 20 anni circa, oggi, per una sofisticheria statale!, rischia seriamente di chiudere bottega e di mandare a casa i lavoratori. Fine delle trasmissioni, les jeux sont faits.
On Nino Minardo, ci rivolgiamo a Lei, autorevole, ascoltato, referente di spicco della maggioranza che ci governa, Lei che rappresenta questo lembo di Sicilia scordato dal Padre e dal Fato, Lei che ha già dato del tu alla Ministro Prestigiacomo per lo sblocco ambient-autostradale della Catania- Ragusa, spezzi adesso una lancia a favore di Video Mediterraneo, intervenga personalmente presso il Ministero delle Telecomunicazioni.
In un Paese in cui la commistione di poteri tra pubblico e privato è panem quotidianum, in un Paese in cui i lodi editoriali hanno già fatto giurisprudenza, stravolgendo assetti politici e democratici antichi e consolidati, Lei, Onorevole Nino Minardo, usi la propria influenza in maniera decisiva, faccia qualcosa per sbloccare il finanziamento pubblico per Video Mediterraneo, fugando ogni chiacchiericcio e mormorio di cortile, spazzando via con un soffio d’autore tutta la maldicenza e la malpensanza popolare, cose di casa nostra insomma, un malcostume tipicamente siciliano.
Non ci faccia caso.
Socrathe
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