Ogni gruppo utilizzava propri canali di approvvigionamento
di Michele Farinaccio
Ragusa – Tre i gruppi principali dell’organizzazione. Quelli maggiori operavano a Ragusa e ad Acireale, il terzo a Motta Sant’Anastasia e Misterbianco. I ragusani Giulio Tumino e Rosario Gulino erano a capo del gruppo di Ragusa, il pluripregiudicato acese Vincenzo Urso era a capo del gruppo di Acireale, mentre i pregiudicati Maurizio Mascali e Nunzio Bottiglieri tessevano le fila delle organizzazioni di Motta e Misterbianco.
Ogni gruppo utilizzava propri canali di approvvigionamento e la propria rete di spacciatori, ma le tre organizzazioni interagivano tra loro. “Quando lo stupefacente, per esempio, mancava a Ragusa – hanno spiegato gli inquirenti -, i ragusani si rivolgevano agli altri due gruppi”. I tre raggruppamenti avevano, poi, ramificazioni in tutta la Sicilia ed anche in tutta Italia grazie ad una fitta rete di pusher di cui i capi delle organizzazioni si servivano per lo smercio della droga. Smercio che avveniva sia nelle cosiddette “piazze”, sia all’interno delle abitazioni, sia nei locali e nelle discoteche del litorale, soprattutto nella zona di Acireale.
Nucleo principale della città di Ragusa era quello che oltre al Tumino e al Gulino vedeva anche Salvatore Attardi, Francesca Chillano, Giorgio Firrincieli e Rosario Guastella. Il raggruppamento di Ragusa interagiva soprattutto con quello palermitano formato da Giovanni Piacente, Antonino Cona e Salvatore Di Vita. Ma le ramificazioni, oltre ad essere ben solide in tutta la provincia iblea, arrivavano anche fuori dalla Sicilia, anche grazie al fatto che alcuni degli arrestati ragusani vivevano altrove. Nutrito anche il gruppo di Acireale che oltre al capo Vincenzo Urso, comprendeva Emanuele Marino, Venerando Mangiagli, Stefano Terrana, Giuseppe Boscarino e Antonino Di Mauro. Anche l’organizzazione acese aveva ramificazioni esterne. Come quella che vedeva interagire con il gruppo principale, anche un sottogruppo formato da Giuseppe Musumeci, Giuseppe Calì e Carmelo Laguzza.
Infine, il gruppo che aveva come basi operative quelle di Motta Sant’Anastasia e Misterbianco. Un raggruppamento meno numeroso degli altri due e che vedeva, oltre ai capi Maurizio Mascali, Bottiglieri Nunzio e Sebastiano Giuffrida, anche la collaborazione “esterna” di Francesco Testa e Carmine Sacco. Delle 39 ordinanze di custodia cautelare emesse ne sono state eseguite 35 in tutto. Quattro persone, infatti, non sono state ancora rintracciate. Ma è probabile che le stesse possano essere fermate già nelle prossime ore. Così come hanno annunciato anche le forze dell’ordine.
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