Giudiziaria
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10/07/2008 10:29

Operazione Trash, Busso va ai domiciliari

di Redazione

Non cambia il provvedimento restrittivo nei confronti dell’ex dirigente del settore Politiche Ambientali del Comune di Modica(ultimamente era al vertice delle Politiche Sociali), Anita Portelli, 55 anni. La donna, che è difesa dall’avvocato Giorgio Assenza, resta reclusa in casa, come così come era avvenuto al momento della notifica dell’ordine di custodia cautelare in carcere. Qualche beneficio, invece, per l’altra persona arrestata lo scorso 2 luglio dalla Guardia di Finanza di Ragusa, nell’ambito dell’operazione denominata “Trash”, sotto le direttive della Procura della Repubblica modicana. Giuseppe Busso, 41 anni, patrocinato dagli avvocati Saverio La Grua ed Alessandro Agnello, ieri ha lasciato il carcere di Modica Alta perché ha ottenuto gli arresti domiciliari. Sono queste le decisioni assunte dal Gip del Tribunale, Michele Palazzolo, e depositate ieri mattina. In molti si attendevano la scarcerazione della Portelli, soprattutto i colleghi di lavoro, ma non è stato così. Erano fiduciosi anche i legali dei due anche se quelli del legale rappresentante dell’Ati, azienda che gestisce il servizio di igiene ambientale a Modica, avevano chiesto in subordine i domiciliari. Nulla trapela, invece, sugli esiti degli interrogatori degli altri quattro indagati, la socia di Busso, un dirigente e due dipendenti comunali per i quali, pare, la Procura della Repubblica avesse chiesto anche nei loro confronti l’ordine di custodia cautelare, richiesta rigettata, poi, dal Gip e, dunque, destinatari solo di altrettanti avvisi di garanzia. In particolare la Guardia di Finanza, ha nutrito qualche dubbio sulla congruità del prezzo dell’appalto. Subito dopo gli arresti, il comandante la Guardia di Finanza, Giovanni Monterosso aveva sottolineato, sotto questo aspetto, il fatto che a Modica il costo pro capite del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, è superiore ai previsti parametri, anche raffrontato con quello dei comuni viciniori. A Modica, insomma, secondo gli inquirenti. Si pagherebbe un canone tre volte superiore a quello pagato dai residenti in territorio di Noto o Avola, che conferiscono in una discarica distante 70 km, contro i 15 km che distanziavano Modica da Scicli. Le fiamme gialle hanno informato la Procura Generale della Corte dei Conti, affinché si proceda anche al recupero del danno erariale arrecato al Comune di Modica che si aggirerebbe sui 760 mila euro.