Nelle settimane scorse il reparto di neurochirurgia dell’ospedale di L’Aquila, che la pratica già da anni, ha eseguito una procedura di stimolazione cerebrale profonda (Dbs, ‘Deep brain stimulation’) con una novità tecnologica: l’uso di un casco stereotassico che ricostruisce l’anatomia delle strutture craniche del paziente e in particolare di quelle interessate dall’operazione.
Il casco, che si avvale di un potente software, dà la possibilità di eseguire un’accurata simulazione prima di effettuare l’intervento, prevedendo il percorso migliore da seguire e riducendo al minimo le complicanze. L’applicazione di elettrodi cerebrali nei nuclei profondi dell’encefalo, alterati dalla malattia, permette di migliorare significativamente la qualità di vita dei pazienti e di diminuire l’entità del tremore.
L’operazione, effettuata su paziente sveglio e collaborante, è stata compiuta dal dottor Francesco Abbate, che opera nel reparto di neurochirurgia diretto dal dottor Alessandro Ricci, in un lavoro di team con la dottoressa Patrizia Sucapane del reparto di neurologia, diretto dalla professoressa Simona Sacco, con gli anestesisti Marco Vespasiano e Donatella Trovarelli e con l’importante contributo del gruppo infermieristico. Per la stimolazione cerebrale profonda, che in Abruzzo si effettua solo all’ospedale di L’Aquila, la Regione ha istituito uno specifico percorso.