Giudiziaria
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29/12/2010 13:42

Parla il sensale di Ispica vittima di sequestro di persona

I fatti avvenero a Palma di Montechiaro

di Saro Cannizzaro

Sequestro di persona
Sequestro di persona

Modica – Udienza dedicata all’escussione della vittima quella del processo contro i cinque di Palma di Montechiaro arrestati lo scorso 25 luglio dai carabinieri di Licata e Modica, per sequestro di persona e lesioni personali nei confronti di un intermediario di 54 anni di Ispica. L’uomo, Salvatore Gambuzza, che si è costituito parte civile attraverso l’avv. Natale Di Stefano, ha raccontato al Collegio Penale del Tribunale di Modica, la vicenda senza non poche lacune. Ha detto di essere stato sequestrato da Francesco, Paolo, Calogero e Salvatore Catania, fratelli di 55, 47, 57 e 54 anni, e Domenico, il figlio 25 enne di Salvatore Catania, difesi dagli avvocati Santo Lucia e Giuseppe Vinciguerra del Foro di Agrigento, a Playa Grande. “Mi hanno dato uno schiaffo – ha spiegato. Poi mi hanno portato e rinchiuso in un casolare abbandonato di loro proprietà, dandomi un ultimatum perchè venisse saldata la fornitura di prodotti ortofrutticoli(una grossa partita di meloni ed ortaggi ndr) da parte di un commerciante di Modica”. I difensori degli imputati hanno fatto domande a raffica. L’uomo ha risposto dicendo che nel locale dov’era stato portato si trovavano arnesi, attrezzi vari ed anche un fucile da pesca. “Mi hanno detto – ha ribadito – che mi avrebbero ammazzato la domenica alle 10 “. La domenica, comunque, mattina riuscì a fuggire. Anche in questo caso qualche lacuna, quando ha detto che il cancello non era chiuso ma solo accostato e che, in ogni caso, non gli avevano tolto il cellulare tant’è che aveva chiamato un amico per invitarlo a portare la somma dovuta. “Devo dire che Salvatore e Calogero Catania – ha aggiunto – il sabato pomeriggio mi avevano tranquillizzato dicendomi che non mi avrebbero fatto del male.” Gli imputati avevano consegnato la merce, per un valore di circa 100 mila euro, ma l’acquirente modicano non avrebbe saldato il debito pare, secondo quanto ha detto la vittima, solo perchè non aveva incassato un credito. “Era solo un ritardo ma avrebbero pagato”. Nella fuga incontrò una pattuglia dei carabinieri tra Licata e Gela. “Non volevo dire nulla ma mi hanno costretto – ha aggiunto – perchè i militari non volevano farmi salire in auto. Così ho dovuto spiegare la situazione”. Il sequestro era avvenuto il 16 luglio scorso ed era durato due giorni. Fu la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ad assumere le indagini dopo la denuncia dell’intermediario. Salvatore e Francesco Catania erano stati fermati a Modica dai carabinieri della locale Compagnia, mentre gli altri tre erano stati fermati a Palma dai carabinieri della Compagnia di Licata. Di mezzo ci sarebbe, come si diceva, la compravendita di una grossa quantità di meloni e ortaggi vari da parte. La prossima udienza è stata fissata al 16 febbraio. Tre imputati sono ancora detenuti.