Attualità
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07/08/2007 00:00

Pd, fu vera gloria?

di Redazione

Gli organi comunicazione hanno dato una versione trionfalistica della riunione del comitato promotore per il Partito Democratico, svoltasi il 3 agosto a Ragusa.
E’ naturale che i vertici di DS e Margherita abbiano interesse ad addolcire la pillola, ma a noi pare che gli elementi negativi superino di gran lunga gli aspetti positivi, e cercheremo di dire il perchè.
Il comitato promotore ha il compito di mobilitare soggetti politici e singoli cittadini che sperano nella nascita del partito democratico, la condizione perchè questa mobilitazione di entusiasmo ci sia è prima di tutto il rispetto delle regole che in democrazia sono sostanza e il superamento del disgusto per la “casta” che rischia di danneggiare le sorti specialmente dei soggetti politici progressisti e riformatori.
Nella riunione del 3 agosto a Poggio del Sole si sono violate platealmente le regole e la casta ha mantenuto solidamente in pugno la barra del timone.
Il comitato promotore doveva esser composto da 45 persone e invece è venuto fuori un elenco di 92 persone: è meglio così? Questo hanno voluto far credere Venerina Padua e Pippo Di Giacomo che hanno gestito in maniera assolutamente autoritaria tutta la vicenda. E’ chiaro che cooptando una cinquantina di persone in più nel comitato si sono titillate le ambizioni, il protagonismo, la voglia di fare la storia di tante persone in buona fede, nella realtà si è solo allungato il brodo in maniera che le coscienze critiche fossero zittite. Gli interventi sono stati blindati e dopo la passerella si è rimandato tutto a settembre, quando a cose fatte i notabilato spera di essersi piazzato nei posti utili delle liste bloccate e i disorganizzati, anche se grande maggioranza non conteranno un’acca.
Naturalmente mandando avanti donne e bambini, come nella crociata dei fanciulli di medioevale memoria, si otterrà il risultato di vanificare ogni slancio di partecipazione proprio delle donne e dei giovani, perchè le donne dovranno essere quelle che hanno il pelo sullo stomaco, come dice Venerina Padua, e i giovani saranno i rampolli degli attuali notabili o i loro portaborse.
Il rischio è che di fronte alla incapacità del centrosinistra di gestire democraticamente i propri processi interni, a prevalere in Sicilia sarà ora e sempre il cuffarismo che promette e mantiene ciò che non dovrebbe nè promettere nè mantenere.
Il partito del riformismo democratico sarebbe dovuto nascere al tempo dell’ulivo, ma questa è veramente l’ultima occasione e le persone responsabili del centrosinistra questo lo sanno e lo sa pure Walter Veltroni che non solo si gioca la faccia, ma con l’insuccesso dell’operazione Partito Democratico potrebbe veder tramontare la speranza di un sano governo dell’Italia per un tempo incalcolabile.
I dirigenti responsabili, anche se attualmente transitori, dovranno decidersi a imporre il rispetto delle regole come condizione preliminare e irrinunciabile.
Naturalmente al di sopra o al di sotto di tutto ciò che sta accadendo c’è la questione economica: chi ha pagato per Poggio del Sole e per i rinfreschi? Evidentemente le casse di partito, ma questo non va bene perchè chi tiene i cordoni della borsa decide pure che musica deve suonare l’orchestra. Se ci obietteranno che siamo ingrati per non aver scucito neanche un euro, avremo la prova definitiva che non c’è nessuno più sordo di chi non vuol sentire.
Alla nostra obiezione che il re è nudo i nostri amici più navigati hanno risposto che i duri entreranno in gioco quando il gioco si fa duro. Noi riteniamo che contrapporre alla strategia antidemocratica dell’attuale dirigenza partitica provinciale una strategia machiavellica non porterà da nessuna parte: il fallimento clamoroso dell’operazione Margherita dimostra che fino a quando a fare politica saranno gli uomini di apparato niente di nuovo potrà nascere.
Donata Militello
Salvatore Emmolo
Gianni Scala