Attualità
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11/08/2007 08:43

Peppe Drago: Vi racconto il mio Grande Centro

di Redazione

«È immaginabile che un’azienda si privi di risorse umane e di energie importanti solo perché c’è chi ha vinto o ha perso le elezioni? I cittadini sono come i soci di un’azienda, e l’azienda è il nostro Sistema Territoriale, l’unico strumento attraverso cui le città e i territori, oggi, possono competere sullo scenario internazionale. Ci si può consentire di non sprigionare energie pure disponibili ma inespresse per affrontare la competizione dei prossimi anni?»
Il vicepresidente dell’Udc alla Camera dei deputati, l’on. Peppe Drago, riprende il filo di quel manifesto politico di qualche mese fa, l’appello ai moderati perché si ponga fine al sistema del ricatto delle ali estreme del sistema politico italiano e ci si avvii verso un modello che consenta le alleanze tra forze politiche omogenee. Tradotto: l’alleanza tra i moderati.
C’è una prospettiva territoriale dove possano concretizzarsi alleanze che sembrano già difficili soltanto a dirsi?
“Ho posto il problema Modica, dove noi abbiamo vinto, ma questo non ci dà la patente di autosufficienza e di esclusione a priori di chi ha perso dall’orizzonte delle scelte che riguardano la prospettiva della città. Ma lo stesso discorso vale, a mio giudizio, a Vittoria, dove a perdere siamo stati noi. Il sindaco di quella città può immaginare di fare a meno di energie dell’altro schieramento nel rendere competitivo quel territorio? Il ragionamento può essere replicato a Scicli, a Comiso, dove si vota il prossimo anno”.
Il quadro delle alleanze, a seguire le attuali posizioni politiche locali e in vista della costituzione del Partito democratico, sembra essere più complesso di quanto non sembri.
“L’attuale sistema bipolare, per me malato, ha impedito alleanze tra partiti che pure appartenendo a coalizioni diverse, si ispirano a stessi valori e programmi. Se la nascita del nuovo Pd si risolverà solo nella sommatoria di Ds e Margherita e confermerà l’alleanza con la Sinistra Antagonista, credo non cambierà nulla. Viceversa, se prevarrà nel Pd una linea politica che guarda al Centro credo potrà rappresentare una vera novità nello scenario politico. Insomma: gli estremismi non possono condizionare in maniera vincolante il sentire dei moderati”.
Il suo ragionamento cozza con l’attuale sistema politico e, soprattutto, con quello elettorale.
“Chiaramente questo discorso va inquadrato comunque nell’ottica della semplificazione del sistema politico cui si dovrà arrivare, spero a breve, con la nuova legge elettorale”.
E qual è il vostro obiettivo?
“Il nostro obiettivo è giungere a un sistema elettorale che consenta alleanze tra forze politiche omogenee. Serve un’area organizzata dei moderati italiani. Se prevarrà la linea che elimina il ricatto delle ali estreme, allora è chiaro che l’Udc, l’Mpa, il Pd, ma anche Forza Italia, potranno, insieme, riportare il Paese a essere più competitivo. Voglio fare un esempio: perché per l’emergenza agricola, o per le questioni sanitarie, ci troviamo sempre tutti attorno allo stesso tavolo, e non possiamo replicare questa esperienza su altri versanti? C’è la consapevolezza che le questioni più importanti vanno risolte insieme?”
E allora su cosa andranno a confrontarsi gli schieramenti politici che vogliono attuare un programma che possa ottenere il consenso dell’elettorato?
“I Comuni devono attrezzarsi per affrontare la frontiera della competizione: se non ci sono pregiudiziali ideologiche, e se c’è condivisione degli obiettivi, allora è venuta l’ora di collaborare. Il problema dei gruppi dirigenti è di garantire la governabilità dei territori. So bene che molti amici della Margherita si trovano male nell’alleanza con la sinistra estrema. Anche l’Mpa, al di là di ripicche e contraddizioni, può dare il suo contributo.
Anche tra Udc ed Mpa sembrano profilarsi orizzonti comuni, nonostante le contrapposizioni siciliane.
“Ho già parlato con l’on. Oliva, commissario provinciale del partito, per avviare una riflessione comune in questa direzione. Partendo da questo nucleo, Margherita, Mpa, Udc, non ad excludendum, ma in maniera aperta, anche rispetto a Forza Italia, possiamo affrontare le sfide per sconfiggere la nostra marginalità”.
E il suo dissidio storico con l’on. Raffaele Lombardo?
“La politica non si fa con i sentimenti e i risentimenti, ma questi vanno superati per il bene del territorio”.
E il rapporto con la Margherita?
“Apprezzo le posizioni dell’on. Borrometi, comprendo la sua difficoltà nel mantenere un quadro di alleanze con la Sinistra estrema. Non conosco invece le posizioni dell’on. Ammatuna, o dell’on. Piscitello. Se per loro l’apertura ad Mpa e a Udc è il presupposto per un allargamento al centro di un’alleanza che tiene ben saldo il rapporto organico con la Sinistra Antagonista, a questo noi dell’Udc non siamo interessati. Sino ad oggi siamo andati avanti grazie al dinamismo del nostro tessuto produttivo, alla saggezza della nostra classe politica”.
Questa provincia però dalla marginalità storica di cui ha sempre sofferto, sembra non uscire. Pensa ci siano prospettive future di cambiamento?
“Per uscire dalla marginalità e rendere competitivo il nostro Sistema Territoriale, serve un nuovo modello di dialogo e di alleanze tra i moderati”.