Attualità
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14/07/2007 07:47

Perchè Giovanni Venticinque diventò sindaco di Scicli nel 2008

di Redazione

Le ragioni della vittoria di Giovanni Venticinque alle elezioni amministrative del 2008 a Scicli vanno inquadrate storicamente al termine dei due lustri di governo Falla.
Il centrosinistra, dopo la mozione di sfiducia intentata dal centrodestra nel novembre del 2006 (la seconda in sei anni) iniziò la cosiddetta “fase della deframmentazione” (definizione coniata dal sindaco pro tempore, Bartolomeo Falla).
Del consiglio comunale in carica nel lustro 2003-2008 nessun consigliere fu rieletto: segno della grande disaffezione dell’elettorato nei confronti di quell’esperienza politica, che, soprattutto dopo la mozione di sfiducia, produsse una sorta di suicidio mediatico dell’intero consiglio comunale.
L’allora vicesindaco Muccio organizzò la Sinistra Democratica proponendo Armando Fiorilla alla carica di sindaco della città, mentre evidente apparve la deriva qualunquista dell’anima liberal della giunta, incarnata da Giovanni Savà, che insieme a Franco Susino diedero vita a un’esperienza centrista, caratterizzata dal tentativo di smarcarsi dal fardello dell’amministrazione uscente, appannata dalla stanchezza del sindaco e dall’incapacità del centrosinistra di valorizzare i risultati amministrativi raggiunti.
La prospettiva odierna ha permesso di rivalutare la seconda legislatura Falla, passata alla storia per l’appalto del cimitero, di villa Penna, del parcheggio di via Badiula, solo per citare alcuni esempi positivi, ma anche per la perdita del finanziamento di oltre quattro milioni di euro per la messa in sicurezza del porto di Donnalucata. Molti gli attori che concorsero nella vicenda della perdita del finanziamento della legge 433 del 1991, ma della questione gli storici si occuperanno in una sede altra, vicenda che pure varrà la pena affrontare.
Lo scenario si arricchì della presenza di Enzo Giannone, che partecipò alla competizione con la lista Primo Maggio, dell’ex sindaco Adolfo Padua (solo una comparsa la sua), mentre l’Udc dell’on. Orazio Ragusa puntò sul giovane Teo Gentile, un abatino, per citare Gianni Brera, di belle speranze, ma buono per proseguire, mai per iniziare.
Da sinistra verso destra, il quadro si presentò subito frastagliato: Armando Fiorilla (Sinistra Democratica), Enzo Giannone (Primo Maggio), Armando Cannata (Partito Democratico, ma con una forte caratterizzazione della candidatura nell’area dei focolarini), Franco Susino (Liberi e Concreti, nel tentativo di smarcarsi da Falla), e poi, andando verso destra, la candidatura di Silvio Galizia (Mpa), Teo Gentile (Udc), Pierluigi Aquilino (ex Udc, indipendente), e Giovanni Ventucinque (An).
A sinistra non aveva trovato spazio, nonostante una lunga rincorsa, Carmelo Aquilino (Cgil).
Per la prima volta, il ballottaggio fu appannaggio di due candidati del centrodestra: Teo Gentile (Udc) e Giovanni Venticinque (An).
La presenza sulla scena politica locale da 14 anni, e la visibilità che da assessore provinciale alla viabilità era riuscito a guadagnarsi, fecero di Venticinque la sorpresa delle elezioni amministrative del 2008.
Il 27 maggio 2008 la sua elezione a primo cittadino.
Come è andata a finire è storia di questi giorni, ormai nota ai più.