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23/06/2020 16:29

Perché padre Stracquadanio cerca il testamento di Peppe Lucifora?

Il parroco ha sempre sostenuto che il movente del delitto sia "denaro in prestito e droga"

di Redazione

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Il parroco: movente nella droga o nel denaro in prestito
Il parroco: movente nella droga o nel denaro in prestito

Modica – C’è un giallo nel giallo nella vicenda dell’omicidio del cuoco modicano Peppe Lucifora. Padre Giovanni Stracquadanio, amico, padre spirituale di Peppe, da settimane rilascia dichiarazioni in cui si dice in cerca del testamento del cuoco modicano ucciso il 10 novembre 2019. Ragusanews ha scritto del tesoro di Peppe Lucifora in epoca non sospetta. Ora la ricerca del testamento, e dei soldi, tanti, custoditi in un conto postale. 

La famiglia di Peppe Lucifora, e segnatamente i fratelli, si sono chiusi nel riserbo più assoluto e hanno dato mandato all’avvocato Ignazio Galfo, di Modica, di scrivere una lettera: “In questi giorni, anche dopo l’arresto di un indagato, abbiamo deciso di mantenere la linea assunta il 10 novembre scorso, improntata a riservatezza e sobrietà. Ma siamo stati particolarmente sorpresi dalle dichiarazioni pubbliche di Padre Giovanni Stracquadanio.
Ci ha sorpresi come Padre Giovanni, pur affermando più volte che non conosce gli atti e che “non può sapere”, abbia ipotizzato che nella fattispecie non si tratta di delitto passionale ma che, in questi casi, il movente è sempre il denaro o la droga.
Tali affermazioni sono improntate a estrema superficialità e a totale mancanza di conoscenza dei più elementari principi di criminologia. Escludiamo la malafede.
Padre Giovanni era amico fedele e affettuoso di Peppe. Se ha ipotesi concrete da fare, o conoscenze dirette dei fatti, le riferisca al Pubblico Ministero o ai Carabinieri. Sia più chiaro sul testamento di Peppe, che anche alcuni amici, se esistente e stando a quello che diceva Peppe, dicono essere stato consegnato proprio a lui. A Padre Giovanni.
Peraltro, circa la consistenza del patrimonio di Peppe abbiamo molti dubbi. Tanto che nessuno dei familiari sta compiendo atti di gestione patrimoniali, e nessuno finora ha accettato un’eredità che potrebbe avere più debiti che crediti e massa attiva.
Un delitto non necessariamente è la confluenza tragica e fatale di tutti gli aspetti poco chiari o tortuosi della vita della vittima. Esso può scaturire da uno solo di essi, mentre gli altri possono essere ininfluenti.
In definitiva, crediamo che in questa fase le ipotesi debbano farle gli investigatori; o Voi cronisti che, con professionalità e competenza, state seguendo l’inchiesta. Né possiamo mettere a tacere l’opinione pubblica o un’intera città che chiedono farsi luce sul delitto, aspettano risposte e avanzano le loro ipotesi.
Ma da Padre Giovanni, cui anche Peppe era autenticamente devoto, ci aspettiamo un significativo contributo alle indagini; o il silenzio e la sobrietà che possono aiutare, molto più di quello che ritiene la pubblica opinione, il corso delle indagini e tutto il processo”.

Bene, Peppe disse a Padre Stracquadanio di aver fatto testamento, dopo la morte della madre, nel dicembre 2014, e di averlo fatto nel notaio Giuseppe Terranova, poi scomparso. In quello studio, che non ha avuto eredi, non vi è traccia di testamento. Ai fratelli Peppe disse che le sue volontà erano custodite da padre Stracquadanio. Forse, semplicemente, il testamento non esiste.