Attualità
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14/10/2010 15:54

Piano Paesistico, Vera Greco: Non è vero

Intervento dell'ex sovrintendente ai Beni culturali di Ragusa

di Michelangelo Barbagallo

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Ragusa – L’ex soprintendente di Ragusa, adesso soprintendente di Catania, Vera Greco, interviene nel dibattito sul piano paesistico. Lo fa con una lettera aperta per delle “inderogabili puntualizzazioni”.

Alla Greco non vanno giù le pesanti accuse rivolte al piano che nei fatti è stato redatto sotto la sua permanenza a Ragusa. Un chiarimento contro «l’incitamento all’aggressione, alla violenza e al rifiuto del piano da parte di una comunità che, aizzata a dovere, vede lo spettro nero della crisi economica brandito come un’arma dalla mano cinica, compiacente e crudele della Soprintendenza. Cominciamo con i numeri. Le recenti dichiarazioni di politici che snocciolano numeri come se li avessero acquisiti dal tabellone Istat, sono campate su un bel nulla. Le dichiarate sessantasette aziende agricole nella zona rossa e le 597 nella zona verde (tutela 3 e tutela 2 rispettivamente), venute fuori “dai nostri calcoli”, come dicono gli esponenti del comune di Ragusa, non hanno riscontro nella realtà. Ho avuto il piacere di partecipare ad una interessante riunione con i vertici del settore rappresentati dalle organizzazioni agricole, e grazie al dialogo e alla discussione basata sul vero piano, con le norme esatte, non solo è venuto fuori una spiacevole constatazione del fatto che sono spacciate per norme del piano alcune precedenti stesure, quelle cioè prive degli apporti della concertazione, mentre, leggendo le norme esatte, quelle cioè allegate al piano adottato, ci si rende conto di come il piano sia uno strumento rivolto principalmente agli agricoltori. Mi sorprendono dunque gli agricoltori, il giorno dopo, al Consiglio comunale». 

 

La Greco critica aspramente il vicesindaco Giovanni Cosentini: «I numeri forniti dal vicesindaco non hanno alcun riscontro. L’unica azienda agricola che risulta avere problemi è ubicata nella zona di rispetto della Grotta Trabacche, che, ricordiamo per chi non vuole farlo, è un bene archeologico e paesaggistico di straordinaria importanza». Infine la Greco parla di Cava Ispica e ricorda che sono state già concordate delle osservazioni. Infine l’affondo finale: «Cari sindaci e vicesindaci, sappiamo bene, ma proprio bene, come si sono formati i muretti a secco e il processo umano e culturale che c’è dietro il paesaggio storico. Lo sappiamo benissimo, e non l’abbiamo certo dimenticato. Piuttosto qualcuno o forse tanti hanno dimenticato che cosa è stato il “libero sviluppo” degli anni scorsi e presenti».