Beppe Grillo vanta una ragusa No Triv che non esiste
di Redazione


Ragusa – L’arrosto di vitello al forno con patate, come recita il blog di ricette più gettonato della rete, è il classico secondo piatto delle feste, da preparare quando si ha un po’ di tempo da dedicare alla cucina e voglia di qualcosa di speciale.
Federico Piccitto, sindaco di Ragusa, avrà pensato sicuramente a una specialità, prima di mettersi ai fornelli e preparare con largo anticipo il piatto clou per le feste del Natale prossimo. Da offrire alla cittadinanza e pure al meetup.
La ricetta gliel’ha proposta il web, la rete. Ossia, internet, la grande casa del piacere di ogni attivista e grillino militante.
Il vitello, in casa del sindaco a cinque stelle, invece, lo ha portato il petrolio. Alle patate, tonde e novelle ci ha pensato un’assessora della sua succulentissima giunta.
L’occasione fa l’uomo cuoco. È un proverbio vecchissimo che gira negli ambienti dei master chefs italiani a una e forse anche a due stelle. Figuriamoci se Piccitto, che di stelle sulla coppola da cuoco ne ha addirittura cinque, questo motto non lo conoscesse a memoria.
E il sindaco l’ha preso proprio alla lettera l’adagio culinario, mettendosi subito ai fornelli, senza cedere agli indugi della politica: del resto, come riconquistare il cuore del movimento che l’ha eletto a simbolo della trasparenza amministrativa di ogni dove e sindaco della città del capoluogo, soprattutto dopo aver autorizzato una società petrolifera a perforare le campagne della sua città? Come fare con Legambiente e attivisti del verde pulito che strizzano non uno ma tutt’ e due gli occhi ai cinque stelle in ambito nazionale e che a Ragusa, spiazzati dal Sindaco amico, si fa per dire, dei petrolieri, hanno dovuto addirittura interpellare il TAR per bloccare l’autorizzazione già regalata alle trivelle?
Col vitello, naturalmente. Sotto forma di documento da sottoporre al meetup e ai suoi compagni di partito. Così l’ing. Piccitto prepara una bella teglia di propaganda contro le trivellazioni di terra e di mare, farcita con un paio di litri di No!, delizia per il palato dei movimentisti del “famo tutto col vento e col sole”, dichiarando all’urbe e al mondo intero che la città di Ragusa è contro la ricerca e lo sfruttamento del petrolio. Mettendo il tutto in forno, a 300 gradi, come ricetta comanda, sul blog del capo, qui.
La ricerca della verginità perduta, sul petrolio, precisiamolo, è andata però a sbattere contro il muro delle opinioni dei meetuppers (non so come chiamarli), insomma, dei frequentatori assidui del blog di Beppe Grillo, che hanno massacrato il Sindaco e il suo vitello al forno contro il petrolio dal titolo “No, a Ragusa non si spirtusa”. Eppure il primo cittadino l’attacco alle multinazionali del greggio l’aveva servito proprio bene: “Stiamo trasformando Ragusa in una delle poche città, forse l’unica, dove le zone in cui potrebbero nascere nuove trivelle saranno convertite in aree agricole. Così, d’ora in avanti, ogni nuova richiesta di perforazione sarà irricevibile!” Appunto, irricevibile d’ora in avanti, e per ogni richiesta nuova, perché fino a oggi, tutto quello che c’era da autorizzare sul petrolio e sulle trivellazioni del territorio, il movimento cinque stelle ragusano l’ha approvato senza batter ciglia. Non ci metto il punto esclamativo per educazione. Ci basta la gran malafiura del sindaco, anche in differita streaming, sul giornale ufficiale del movimento cinquestelle.
Quasi scordavamo le patate! Ecco, qui il punto esclamativo ci vuole tutto.
Perché, se è vero come dicono le opposizioni al consiglio comunale di Ragusa che un’assessore, con l’apostrofo perché è femminuccia, avrebbe favorito un proprio congiunto per un posticino al sole, beh, il trasparentismo del movimento cinque stelle va dritto in padella a farsi friggere.
Altro che arrosto e patate al forno. Meglio cambiar menù e ricettario per le Sante feste. Incombe il bollito.
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