L'inchiesta su Il Giornale
di Valentina Raffa


Pozzallo – Un mare di morti. Sono 2000 dall’inizio del 2014 che presto potrebbe essere salutato come l’anno nero record dei morti in naufragi della “speranza”. Supera sin d’ora il 2011 archiviato con 1800 scomparsi. Sono i tristi calcoli dell’agenzia Habeshia. 20.000 tra morti e dispersi negli ultimi vent’anni, ma mai l’intensità è concentrata come da ottobre a oggi, da quando l’operazione Mare Nostrum ha salvato centinaia di vite, ma il prezzo è stato alto.
Gli immigrati si imbarcano su natanti che galleggiano appena, rassicurati dalle organizzazioni criminali che saranno soccorsi dall’Italia. E le notizie corrono anche da quelle parti. A parenti e amici è andata così. Li hanno tratti in salvo dal barcone era in avaria. Allora s’imbarcano. Vogliono un futuro. Hanno sogni nel cassetto che troppo spesso naufragano tra le onde, hanno speranze che giacciono in fondo al mare, un cimitero di cui non si conoscerà mai la reale portata. Perché i barconi partono a ciclo continuo e di molti non si sa nulla. Come quello che trasportava 250 immigrati scomparsi da due mesi. Vite spezzate, come quella di 18 persone recuperate ieri a 120 miglia a sud-est di Lampedusa dalla Marina Militare. Il comandante della Sirio, Marco Bilardi, ipotizza che siano morti per le esalazioni di carburante. Sono 73 i superstiti, giunti ieri a Pozzallo, e 8 i dispersi.
È l’ennesima tragedia del mare. Mentre affiorano scarpe e qualche effetto personale dal naufragio di venerdì a 60 Km a est di Tripoli costato la vita a 170 persone che risultano disperse. 20 i corpi recuperati, 16 persone tratte in salvo. Il 4 agosto un altro naufragio a 50 miglia dalla Libia. Vittime un bambino di 10 anni e una donna. Il 21 luglio nel canale di Sicilia sono stati recuperati 5 corpi e parecchi sono i dispersi. Il 19 luglio è giunto a Malta un barcone con 29 cadaveri. 569 immigrati sono stati salvati, 181 mancano all’appello. C’era pure il corpicino di un bimbo di un anno. Ad aggravare un bilancio già funesto altri 74 dispersi, 45 morti in un peschereccio rimorchiato a Pozzallo, il 12 maggio 17 morti, il 3 ottobre 366 al largo di Lampedusa.
Da venerdì sono oltre 3.500 gli immigrati soccorsi nel canale di Sicilia. Ieri pomeriggio è approdata a Pozzallo la Sirio con i 18 cadaveri dell’ultimo naufragio e 266 persone. La mobile di Ragusa, diretta da Antonino Ciavola, ha arrestato 4 scafisti in due giorni. Sempre ieri la Fenice ha salvato 215 immigrati. Di mattina ne sono arrivati con la Fasan 1373 a Reggio Calabria. C’era pure il cadavere di un eritreo, morto per trauma cranico. 1.173 saranno dislocati in altre regioni, 200 a Reggio Calabria.
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