di Redazione
Salve Peppe, salve lettori,
mesi fa mi ero riproposto di scrivere qualcosa su un argomento che in città e su questo forum occupava molti, purtroppo su fronti opposti, e che, pur nella sua parzialità, tocca sia il fronte cosiddetto “politico” (anche se da noi sembra un parolone!) che quello del generale degrado sociale e delinquenziale della città: il problema della generale inciviltà delle campagne elettorali nostrane, e segnatamente la questione dei manifesti.
Ora alcune considerazioni mi portano a pensare che questo potrebbe essere un momento per così dire “adatto” (fermo restando che si sa già che tutto, come sempre da noi, verrà travolto e dimenticato nel giro di qualche giorno, senza mai uscire da queste pagine), per riprenderlo. Perchè? 1) Perchè da un paio di mesi se ne è persa ogni traccia; 2) Perchè venerdi 11 sarà in città il presidente della commissione antimafia Francesco Forgione, e almeno per qualche ora, si porranno alcune questioni e si diranno alcune cose, ancorchè inutili; 3) Prima che inizi l’ultimo e più corposo atto del grottesco e vergognoso teatrino elettorale che ci aspetta, potrebbe essere una delle ultime occasioni di parlare civilmente e con lucidità (si spera) di un problema tanto banale e inutile quanto dannoso e pericoloso per la già precaria situazione sociale cittadina.
Molti dei lettori di questi blog sono concittadini, e sanno bene, senza che ci si dilunghi, cosa è e come è intesa una elezione amministrativa qui da noi, con annessa campagna elettorale. Per lo meno per gli ultimi anni, in ossequio a quello che la “politica” è diventata anche a livello nazionale, è inutile stare qui a parlare delle mostruose alterazioni che subisce a livello locale. Ci accorgiamo ogni giorno di più della crescita esponenziale del puro marketing, dei costi, dei messaggi televisivi, dei mega-manifesti, degli inviti a pranzo di massa, del clientelismo sfrenato, della pura “vendita per un pacco di pasta” ecc… . E, del resto, la gente si adatta a quello che c’è ……Questa è la politica oggi (lasciamo stare il passato). Non si riesce neppure ad immaginare che dovrebbe essere altra, dato che sempre con questa si è nati e cresciuti, specie i giovani.
E come se ancora tutto ciò non bastasse, da noi, sempre da noi (come credo in molti posti), si è aggiunto al colorato quadro un fenomeno particolare. Per tutta una serie di fattori, tra cui l’essersi fatti ormai duretti i giochi (e grossi gli interessi), una vecchia campagna elettorale, come dire, caciarona, semi-anarchica, artigianale, volontaristica, insomma nostrana, siciliana, è impossibile anche solo a pensarsi. Sono ben lontani i tempi, se mai sono esistiti, in cui ciò (volendo vedere l’aspetto positivo) fungeva per certi versi da scuola di democrazia, di partecipazione, entusiasmo giovanile. Si… si può anche giocare a farla per ischerzo magari all’inizio, magari qualcuno con un minimo di spirito e senza pretese, ma quando le cose iniziano a diventare serie, i duri soltanto ce la devono fare, i duri cominciano a giocare, ancor più se si è proiettati ferinamente su un obiettivo. Altro che senso dell’umorismo! La posta in gioco è massima, l’imperativo è vincere (per citare una bella canzone). Tutte queste cose e molte altre, da noi purtroppo sono ben più che visibili da anni. Senza contare che quelle che si sono finora avute sono state elezioni relativamente “calde”, e che quella veramente “calda” (sigh!), quella cioè che riesce a coinvolgere di più e dove i più bassi e biechi interessi sono al loro massimo livello di tensione, è alle porte! Per molti è iniziata da anni. Lo squallore è già evidente.
Il mio intervento, per esser breve, si concentrerà sul solo affaire manifesti. Per tutte le altre balorderie occorrerebbero ben più che semplici provvedimenti pratici. Occorrerebbe tabula rasa generale e ricostruzione generale della parola “politica”, a partire dalla mentalità. Inutile parlarne allo stato attuale. Ci sarebbe invece da essere felici se si riuscisse già soltanto a restituire dignità e civiltà minima allo svolgimento della campagna elettorale, per lo meno sul versante manifesti. Dato che ancora non si arriva a comprendere l’inutilità assoluta dell’affissione massiccia degli stessi (come se 10 al posto di 1 facessero guadagnare aritmeticamente voti!, e come se un manifesto affisso nel posto più impensabile sia più convincente di uno affisso nell’apposito spazio!); dato che si è abbondantemente sconfinato nel penale e non è rimasta traccia di legalità e democrazia; dato che tutti, ancorchè ci siano persone che minimizzano o negano del tutto, sappiamo purtroppo come vanno le cose…; dato che gli organi preposti non sono intervenuti e non intervengono; dato che alcuni ne hanno già fatte le spese personalmente; dato che si ha motivo di credere che fra qualche mese le cose possono andare solo peggio in questo senso; dato che comincia a essere rischioso solo parlarne ecc… ecc…, sarebbe stato doveroso (e lo è ancora di più ora) da parte di una amministrazione degna di chiamarsi tale, prendere opportuni provvedimenti in merito.
Riconosco che, complice anche il clima cittadino, non è facile. Riconosco che non è nell’interesse del primo cittadino, alla fine di 10 anni di tortura, toccare tasti che possono far male (come lui ben sa). Riconosco che non dipende certo dal coraggio di una singola persona. Riconosco che anche io mi sto celando sotto un nickname da navigatore.
Ma se esistesse, come non esiste, un normale stato di diritto, un minimo di interesse per la legalità, un po’ di dignità della città, un po’ di coraggio da parte degli amministratori, certo non si potrebbe risolvere tutto alla radice, ma si potrebbe sicuramente migliorare la situazione.
Non conosco i modi, tecnicamente parlando (non sono un amministratore), tramite i quali raggiungere lo scopo, ma anch’io mi accorgo (e propongo) che sarebbe a dir poco necessario e urgente:
1) preparare, posizionare in tempo utile, e numerare accuratamente gli appositi pannelli provvisori in compensato (se proprio si vuole, si può aggiungere qualche “punto manifesti”, finora non previsto, anche nelle campagne più popolose);
2) modificare le norme che regolamentano l’affissione dei manifesti elettorali avendo cura di stabilire che:
a) ad affissare i manifesti elettorali è solo e soltanto l’amministrazione comunale per mezzo del personale dell’apposito ufficio, in orari giornalieri;
b) gli spazi numerati vengono concessi a tutti i candidati che ne facciano richiesta entro una certa data previo pagamento delle regolari e congrue tariffe e secondo regole (di rappresentanza, par condicio ecc… che non conosco esattamente, ma che già esistono);
c) i candidati sono tenuti a far pervenire entro la data fissata, il numero stabilito dei loro manifesti, che così sarà di gran lunga inferiore rispetto alle migliaia che qualcuno arriva a far stampare, avendo cura di aggiungerne altrettanti che fungeranno da riserva per compensare eventuali danneggiamenti, abusi o semplici “ripassi”);
d) qualunque tipo di abuso (affissione abusiva privata, affissione fuori dagli spazi assegnati, danneggiamenti vari, ecc…) deve prevedere una fortissima sanzione pecuniaria (in modo da danneggiare sensibilmente il candidato);
e) di qualsiasi tipo di abuso sarà ritenuto responsabile il candidato stesso e/o i committenti vari; nel caso in cui dovesse essere scoperto in flagranza il terzo che per conto del candidato commette gli abusi, la sanzione è applicata anche a lui (sempre che non ci siano anche risvolti penali);
3) predisporre un vigoroso rafforzamento dell’ufficio affissioni in uomini e mezzi per far fronte tempestivamente ed efficacemente a tutte le manzioni (dall’affissione per conto di tutti alla copertura degli abusi con gli appositi manifesti bianchi ecc…);
4) predisporre apposite squadre di polizia municipale attive 24 ore su 24 col solo compito di documentare le infrazioni avvenute, in vista delle salatissime sanzioni pecuniarie, e di combattere sul nascere, nottetempo, con tutti i mezzi giuridici a disposizione, le infrazioni stesse;
5) (tra il serio e il faceto): obbligare i candidati recidivi e teste di legno (sarebbe meglio “ri ‘cippu”) a frequentare un apposito campo di rieducazione di polpot-iana memoria, in cui per la durata di ore 24 consecutive verranno bombardate da altoparlanti potentissimi alcune verità elementari, del tipo: “E’ questo il vostro modo di fare politica?di intendere la democrazia?mettendo tra parentesi la legalità?prevaricando i diritti degli altri?”, oppure “Non capite che il numero di voti non dipende dal numero di manifesti?Non capite che anzi le vostre facce attaccate dappertutto sono controproducenti, provocando un senso di rifiuto e di disgusto?”, o ancora “avete avuto la possibilità di risparmiare soldi e carta e vedere rispettati i vostri diritti, e non ne avete approfittato”, o meglio ancora, di sicuro effetto: “la prossima volta sul palo del telefono, o sul segnale stradale, ci mettiamo te, e non il semplice manifesto!”.
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