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06/09/2007 09:39

Provincia: Sono due i filoni d’inchiesta

di Redazione

Sono due i filoni d’inchiesta sui quali indaga la Procura in merito agli atti prodotti dalla Provincia. Uno di questi è relativo alla gestione dell’Aapit. La Guardia di Finanza, che ha avuto delegate le indagini dalla Procura, ha già iniziato gli interrogatori ascoltando amministratori e consiglieri.
L’indagine è avvolta nel massimo riserbo anche se qualcosa, nei corridoi di viale del Fante, è già filtrata. La lente d’ingrandimento degli investigatori sta mettendo a fuoco l’approvazione del bilancio dell’Aapit, con il meccanismo del silenzio-assenso, nonostante il parere contrario dei revisori dei conti. La Procura non è chiaramente interessata alla scelta di approvare il bilancio ma ai rilievi mossi dai revisori dei conti. Alcuni di questi si riferiscono a gestioni precedenti e, proprio per questo motivo, è stato ascoltato il vice presidente della Provincia, Girolamo Carpentieri, cui sono stati chiesti chiarimenti sui rilievi che riguardano la sua gestione dell’ente di via Capitano Bocchieri.
L’altro filone d’inchiesta riguarda l’attività delle commissioni. Potrebbe essere denominato «Gettone facile» perché si stanno verificando le presenze dei consiglieri alle varie commissioni e la rispondenza del lavoro svolto con i verbali sottoscritti al termine dei lavori. Un chiarimento, in tal senso, sarà chiesto anche ai funzionari che hanno preso parte alle riunioni delle commissioni. L’attenzione, in particolare, si è concentrata sulla Prima, Quarta e Sesta commissione. Alcuni consiglieri hanno già reso la loro testimonianza, altri (in particolare i consiglieri della Sesta commissione) saranno ascoltati nei prossimi giorni.
L’inchiesta era stata preannunciata dall’acquisizione di alcuni atti. Si era subito pensato al filone «Gettone facile» mentre i rilievi mossi dai revisori dei conti al bilancio dell’Aapit, anche se riferiti a gestioni di qualche anno fa, costituiscono ben più di un corollario dell’indagine.
Alla Provincia tiene banco anche il parere dell’assessorato regionale agli Enti locali sulla presunta incompatibilità del consigliere Franco Poidomani che, come è noto, è anche direttore del consorzio Asi.
Il parere continua a dividere. Poidomani non pare intenzionato a prenderlo in considerazione anche perché confortato da pareri legali di segno opposto. Il termine per presentare un ricorso al Tribunale civile si è intanto estinto. A questo punto dovrebbe essere il consiglio provinciale ad avviare un secondo procedimento per proclamare la decadenza del capogruppo dei Ds. Questa eventualità riaprirebbe le porte del consiglio provinciale a Paolo Roccuzzo ed eliminerebbe dalla geografia politica il gruppo dei Democratici di Sinistra dopo che Alessandro Tumino e Ignazio Abbate hanno piantate le insegne di Sinistra democratica nel gruppo misto.
Il parere pervenuto alla Provincia era stato richiesto dal presidente pro tempore del consiglio provinciale Riccardo Minardo al termine della seduta dello scorso 21 giugno. Lo puntualizza il consigliere Saro Burgio (Mpa) che aveva sollevato il caso dell’incompatibilità di Poidomani. «Credo che il consiglio – afferma oggi Burgio – debba tornare sull’argomento perché si rischia di invalidare tutti gli atti approvati con il concorso di Poidomani».
Burgio rivela anche che sono stati attuati dei tentativi per bloccare la trasmissione del parere alla Provincia. «Un autorevole esponente del centrosinistra ragusano, che ha trovato sponde anche nel mio partito, ha tentato – dichiara Burgio – di bloccare l’invio del parere. Solo quando ho minacciato, attraverso un atto stragiudiziale, il ricorso alla magistratura, questo parere è stato trasmesso a Ragusa. Ora però – aggiunge l’ex sindaco di Giarratana – occorre prenderne atto. Si può anche decidere di rivotare».
L’attività del nuovo consiglio provinciale è quindi iniziata nella maniera da tutti meno auspicata con due inchieste della Procura (una delle quali riguarda soprattutto l’Aapit) e con un “caso” che rischia di rendere ancora più tesi i rapporti tra le varie forze politiche.