Attualità
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26/08/2007 08:57

Quattro turisti: Tutto chiuso, perchè venire a Scicli?

di Redazione

La chiesa Madre di Sant’Ignazio chiusa per pulizie, la chiesa di Santa Teresa inaugurata ma chiusa, San Giovanni con i lavori ultimati, non è stata inaugurata, ed è anch’essa chiusa, San Michele Arcangelo chiusa. E poi inaccessibili l’ex convento della Croce, Santa Maria La Nova e il Carmine. Le ultime due chiudono alle 12,30.
Quattro turisti, due italiani e due tedeschi, piombati a Scicli ieri a mezzogiorno per visitarne i monumenti, e segnatamente le chiese che ospitano la Madonna a cavallo, il Cristo in gonnella, e il Cristo Risorto, erano inferociti. “La città è praticamente chiusa”, hanno esclamato. “Abbiamo deciso di scrivere al sindaco, per protestare e dire tutta la nostra delusione. Siamo partiti da Palermo alla volta di Scicli perché avevamo letto del materiale informativo molto allettante sulla città. Ma siamo sconcertati”. E le proteste non finiscono qui. L’indice è puntato anche contro il caro prezzi: “Un taxi da Sampieri a Scicli costa da venti a sessanta euro”, afferma un altro gruppo di turisti. “Se hai la sventura di chiedere la stessa corsa anziché dalla borgata di Sampieri, da un villaggio turistico che si trova a Sampieri, i taxi di Scicli maggiorano il prezzo, perché si presume che siamo dei ricconi”. La stagione quest’anno, è iniziata con grande ritardo. Dopo un mese di giugno e luglio in cui il calo di presenze turistiche ha registrato un meno settanta per cento, la situazione è migliorata decisamente in agosto, mentre le prenotazioni fioccano anche in settembre. In totale, secondo una stima di diversi operatori turistici sciclitani, il calo nel 2007, rispetto al 2006, in città è del trenta per cento. E c’è chi, pagando quaranta euro a notte, è stato costretto a dormire in un divano. Non mancano, per fortuna, esempi di accoglienza generosa e a buon prezzo, ma il mercato si sta man mano guastando. E forse il calo di presenze, per la verità generalizzato in tutta l’Isola, è dovuto anche alla delusione per la scarsa qualità dei servizi, e della fruibilità del patrimonio architettonico. “Se continuate così, chi viene non torna più”, hanno esclamato ieri i due turisti italiani e i due tedeschi, che alla fin hanno deciso di rivolgere altrove le loro attenzioni.
Il rischio per Scicli è di replicare l’esperienza di una vicina frazione marinara di un Comune della Provincia di Ragusa, quando negli anni Ottanta i turisti tedeschi cominciarono lentamente ad andare via, quando si accorsero che i prezzi per loro erano decisamente più cari di quelli riservati agli italiani.