Attualità
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16/04/2008 15:03

Ragusa, orfana di parlamentari. Fine di un’era. Grazie alle scarpe di Orazio

di Redazione

E’ veramente la fine di un’epoca.

Per la prima volta la città di Ragusa non avrà un deputato nè al Parlamento nazionale, nè all’assemblea regionale siciliana.

Il sistema elettorale aveva già fatto un primo repulisti eliminando il senatore Giovanni Mauro, berlusconiano, poi il vento, che ha spazzato via i piccoli partiti della sinistra, ha cancellato dalla scena l’unico ragusano che poteva aspirare alla Camera, il senatore Gianni Battaglia della Sinistra Arcobaleno oggi in verità plumbea.

Per la Regione lo slogan della ragusanità non è risultato credibile e la vittoria, data come scontata durante la campagna elettorale, per Giovanni Cosentini, Udc, è stata la terza sconfitta di una lunga carriera che si può sintetizzare come quella dell’eterno secondo, dell’aiutante in campo, forse del delfino, a partire dai tempi in cui svolgeva il ruolo di segretario di Alfredo Gurrieri, ai giorni nostri come vice del sindaco Nello Dipasquale che avrebbe dovuto canalizzare i suoi successi ed il suo consenso sia su Leontini sia sul suo vice Cosentini.

Così non è stato.

Infatti Innocenzo Leontini (ancora il più votato nonostante il calo di 2554 preferenze) ha tagliato il traguardo come primo avendo alle calcagna Carmelo Incardona che, per poco, solo 480 voti, non lo supera.

Incardona che passa dai 9200 voti del 2006 ai 12.560 di questa tornata.

Lo stesso Leontini che convinto della “brillante” azione amministrativa del sindaco di Ragusa deve registrare nel capoluogo un calo avendo ottenuto 3.443 voti che sono un po’ meno brillanti dei 3.577 del 2006.

Sia Cosentini, da perdente, sia Leontini, eletto, fanno i conti con i fenomeni del momento, Orazio Ragusa e Carmelo Incardona.

Nelle loro città natali, rispettivamente Scicli e Vittoria, è il trionfo.

A Scicli Orazio Ragusa prende 6827 voti, e Incardona nella sua Vittoria incassa 6964 voti, ed entrambi, nei grossi centri, il capoluogo, Modica, Comiso, viaggiano sui mille voti e passa.

Se il risultato di Leontini appariva scontato per il suo radicato potere clientelare che si miscela felicemente con un apparato amicale e affettivo che ben lo circonda, il successo di Incardona ha dell’incredibile perchè non si attribuiva nè a lui nè a Ragusa, l’altro fenomeno, una macchina elettorale talmente organizzata nella capacità di smistare le richieste e gli affanni della popolazione iblea che tradotto significa attitudine ed idoneità a far piaceri.

D’altronde, e per fortuna, i voti si prendono anche per simpatia, molla a questo punto scattata sia per Ragusa che per Incardona i quali hanno puntato nella loro campagna elettorale ad emozionare.

Ah, Ah di Incardona un’esclamazione di meraviglia, stupore, speranza, che ridicolmente accompagnava tutti i suoi spot si è rivelato un verso sarcastico e di sfottò verso Leontini.

E’ il suono che meglio spiega l’apoteosi di voti per il partito del popolo delle libertà e che cancella i dubbi complessi e ragionati di chi ritiene Berlusconi ed il suo partito non adatti a stare sulla scena.

Becchiamoci quindi l’ah, ah, cafone, ma pieno di sostanza.

Rimanendo agli effetti da campagna elettorale un passaggio lo meritano le scarpe di Orazio Ragusa. Popolare per scelta.

Visi semplici ed asciutti in bianco e nero dei suoi genitori, e poi il tuffo nelle magnifiche sorti e progressive che l’hanno innalzato nella scala sociale tanto da farlo deputato; il tutto descritto attraverso l’oggetto che da secoli rappresenta il riscatto dalla povertà: le scarpe.

Lucide, troppe lucide, nuove, troppo nuove, sempre in primo piano perchè l’onorevole, questo era il messaggio, ha i piedi per terra. Spot costruito per commuovere e che invece inconsapevolmente contiene comunicazioni subliminali.

Le inquadrature ossessive delle scarpe significavano la determinazione a dare vigorosi calci nel sedere a Torchi ed a Cosentini così forti come solo un popolano di razza riesce a distribuire all’impazzata pur di non scendere di livello.

Di uguale tono la prima uscita televisiva da vincitore (ricca di umiltà contadina che impone l’aria mesta) in cui Ragusa si lancia in una risposta al giornalista Angelo Di Natale e traendo energia intellettuale da politico doc dalle sue belle scarpe dice: “sciogliamo la domanda”, che chiaramente doveva essere scissa ma non sciolta.

Passiamo alla sinistra.

Sarebbe stato un peccato perdere il secondo deputato del Pd, Roberto Ammatuna, che all’Ars ha lavorato con impegno, costanza ed attenzione, senza mai perdere la testa.

E per fortuna i resti hanno premiato la nostra provincia facendo scattare il sesto deputato.

Ottimo il suo risultato su Pozzallo con 3439 voti.

Ed ora Tommaso Fonte: un tonfo. Si ferma a 1335 voti, risultato che la dice lunga sullo scollamento tra sindacato e società, mentre è più che buono il risultato di Solarino con 3225 voti totali e 2502 su Ragusa, entrambi nella lista Anna Finocchiaro.

Riguardo l’elezione di Pippo Digiacomo l’ultimo baluardo della sinistra iblea non si può ignorare il dato di Comiso che alle politiche dà il 51 per cento a Berlusconi.

Stessa storia per Vittoria.

Cifre non giustificabili con l’assenza di un candidato locale.

Concludiamo lo sguardo a sinistra con i risultati di Calabrese 1910 voti e di Iacono 1539 voti, anch’essi travolti dalla voglia di destra che ha conquistato la maggioranza degli animi.

Lasciamo le lacrime e torniamo agli allori del PdL.

Giovanni Mauro ha portato 668 voti a Mommo Carpentieri, anche se la sua azione dispensatrice si è espansa a raggiera avendo promesso aiuti a Incardona per contrastare Leontini ed a Cosentini per affinità di casta e comunanza di circolo.

Oscillazioni e debolezze non gradite a Miccichè che ora a pieno titolo potrà reiterargli il castigo ed annullare la promessa di assessorato regionale fattagli a Modica.

Infine, essendo giunti a Modica, uno sguardo ai Minardo. Ce l’hanno fatta sia Nino, il più giovane, che Riccardo, lo zio, ognuno coltivando sapientemente il proprio reciproco astio.

Modicani fortunati! Ora vantano due deputati alla Camera, Nino Minardo e Peppe Drago, ed uno alla Regione, Riccardo Minardo, mentre noi ragusani, troppo cittadini per credere al valore della municipalità, ci dobbiamo consolare con la canzonetta che ha accompagnato i 30 giorni di gara di Giovanni Cosentini.

“La vita è bella”, anche se non si è deputati. E poi quando un sindaco brillante è persino così buono, pur se leggermente cucco come Dipasquale, da conservare caldo il posto di vice ad un trombato, La vita è bella sì!

 

Nella foto, un frame dello spot elettorale di Orazio Ragusa, montato da Uccio Pazienza