Economia
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19/09/2025 20:03

Ragusa, un supermercato ogni 1.230 abitanti: densità doppia rispetto alla media siciliana. Lo scontro fra gruppo Arena e Radenza

Ragusa, laboratorio della grande distribuzione. I supermercati Arena versus i supermercati Radenza

di Gabriele Giannone

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Ragusa – A Ragusa fare la spesa è questione di scelta, e non per modo di dire.

Con circa 60 punti vendita alimentari distribuiti su una popolazione di 73.800 abitanti, la città vanta una densità che non ha eguali in Sicilia: un supermercato ogni 1.230 persone. Se si considera il dato in termini di famiglie (stimate in circa 22000 nuclei da tre persone), significa un punto vendita ogni 366 famiglie. Numeri che collocano Ragusa ai vertici nazionali per presenza di supermercati in rapporto alla popolazione.

Secondo FederDistribuzione, in Sicilia operano circa 2.128 punti vendita alimentari della distribuzione moderna (supermercati, discount, libero servizio). Rapportati a una popolazione regionale di quasi 4,8 milioni di abitanti, il dato medio è 1 punto vendita ogni 2.250 abitanti.

Il confronto è eloquente: Ragusa presenta una densità quasi doppia rispetto alla media regionale. Se si estende il paragone all’Italia, dove la densità media oscilla attorno a 1 punto vendita ogni 2.500–3.000 abitanti, il “caso Ragusa” appare ancora più evidente.

Le ragioni di questo sovraffollamento commerciale sono diverse. In primis, legate al reddito sopra la media siciliana.

Ragusa è l’unica provincia dell’isola con un reddito pro capite superiore ai 18.000 euro annui, contro i circa 16.000 della media regionale. Una capacità di spesa relativamente più elevata rende l’area appetibile per le catene della GDO.

Poi, si consideri anche il peso della spesa alimentare.

In Sicilia gli alimentari rappresentano quasi il 24% della spesa totale delle famiglie, ben oltre la media nazionale. Ciò rende il settore centrale per la competizione commerciale e spinge le insegne a moltiplicare i punti vendita.

 

La guerra delle insegne

Discount, supermercati tradizionali, ipermercati e persino drugstore alimentari competono per “marcare il territorio”. Le aperture non rispondono soltanto a logiche di domanda, ma anche a strategie di presidio: saturare il mercato per guadagnare visibilità e fedeltà.

Un’offerta così ampia genera anche vantaggi per i consumatori, che possono contare su prezzi competitivi, promozioni e una scelta capillare. Ma per gli operatori i rischi sono concreti: margini ridotti, cannibalizzazione tra punti vendita, difficoltà a sostenere fatturati sufficienti.

È probabile che nei prossimi anni il mercato ragusano conosca una fase di razionalizzazione: chiusure, fusioni o acquisizioni che riequilibrino l’offerta.

In atto già ci sono le prime operazioni.

I supermercati Arena e i supermercati Radenza, principali player locali, si contendono ogni spazio.

Ragusa rimane un laboratorio unico, dove la grande distribuzione misura i propri limiti e i consumatori possono assistere – e beneficiare – di una guerra commerciale che non ha eguali in Sicilia.