Attualità
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03/12/2013 11:45

Ragusa voglia di teatro

Cosa manca? manca il teatro

di Anna Terranova

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Dario Fo, ph
Dario Fo, ph

Ragusa – Lo scorso weekend Ragusa ha ospitato ben tre spettacoli teatrali, un record per il capoluogo che in questo campo si classifica agli ultimi posti della provincia (Modica, Vittoria e Comiso occupano i primi). Le Variazioni Enigmatiche di Franco Giorgio hanno registrato il tutto esaurito per entrambi gli spettacoli al Masd, piccolo teatro inaugurato pochi anni fa dal musicista Giuseppe Arezzo, lo spettacolo In Piero veritas di Davide Migliorisi ha riscontrato grande successo sabato e anch’esso il tutto esaurito domenica al, piuttosto grande, Teatro Don Bosco, il terzo spettacolo, Zittiti, direzione artistica di Rita Salonia, è stato anch’esso premiato dal pubblico del Circolo Lebowsky.

Tre spettacoli teatrali in un solo weekend (anche un po’ troppo, auspichiamo forse una migliore organizzazione tra le compagnie, per il futuro): i Ragusani sono effettivamente rimasti increduli di fronte a tanta abbondanza dopo mesi di carestia, tanto da approfittarne in massa. Non sono stati pochi quelli che hanno fatto a loro volta il tutto esaurito del proprio weekend con uno spettacolo a serata, senza contare coloro che, per Variazioni enigmatiche, pur avendolo già visto a Catania, si sono precipitati alla replica ragusana di quest’opera che continua a collezionare commenti e critiche positive.

La riflessione a questo punto sorge spontanea: evidentemente non è affatto vero che, come dicono in molti, il teatro a Ragusa è morto. Il weekend appena trascorso dimostra che ci sono degli abili ‘addetti ai lavori’, dei veri e propri professionisti (quindi pagare un biglietto di una decina d’euro pare più che doveroso) e soprattutto, udite udite, un pubblico attento che raccoglie entusiasta l’invito ad andare a teatro! Cosa manca quindi? Beh…il teatro! Il luogo in cui si uniscono quelle due parti fondamentali, pubblico e attori, che, influenzandosi a vicenda, danno luogo a uno spettacolo unico e irripetibile.

Di contenitori, queste scatole magiche che, subito dopo gli applausi, sono così sature di fiati sospesi, sorrisi e lacrime da imporre spesso quei meravigliosi cinque minuti di silenzio, spezzati dal primo ‘allora, ti è piaciuto?’, dobbiamo ringraziare Giuseppe Arezzo, i Salesiani, l’Ass. Lebowsky e Vicky e Costanza Di Quattro del Teatro Donnafugata, nonché i singoli professionisti come Franco Giorgio, Davide Migliorisi, Rita Salonia e la Compagnia Godot, tutti gli attori e i fondamentali ‘dietro le quinte’. Non voleva essere un borioso elenco ma bisogna dare atto a queste persone , evidentemente spinte dall’amore per quello che fanno, di lottare contro una situazione ostile. Se guardiamo infatti non al singolo ma alla collettività, ovvero all’ambito pubblico, effettivamente il teatro a Ragusa non c’è. Non una programmazione teatrale, non un teatro comunale. Da anni, decenni ormai, siamo tutti in attesa di vedere le porte del Teatro della Concordia aperte (se non agli spettatori almeno ai lavori), gioiellino ottocentesco in quel centro storico in cui ‘la gente non va perché non c’è nulla da fare’: le polemiche fioccano sulla possibilità avanzata dal Comune di abbandonare il progetto, portato avanti da tante amministrazioni precedenti e per il quale sono stati stanziati ingenti fondi. Qualcuno recentemente mi ha detto: ‘ se il teatro Concordia deve diventare il pretesto per il Comune per non avere un teatro a Ragusa allora meglio sacrificarlo e puntare su un nuovo progetto. Un ‘pretesto’?! A che punto di esasperazione siamo arrivati! A mio avviso restaurare e riaprire il Concordia sarebbe un sacrosanto dovere: otterremmo, finalmente, un teatro e allo stesso tempo sarebbe restituito alla città un immobile storico-artistico, che ha come unico mezzo per salvarsi la fruizione e il suo utilizzo. Certo, lo spettacolo lo fanno attori e pubblico ma vogliamo forse paragonare, ad esempio, il tendone da circo del cosiddetto Teatro Tenda alla perla che è lo storico Teatro Donnafugata? Il teatro è un’arte e come tale merita un luogo adeguato. Le compagnie ci sono, le idee a quanto pare anche, degne figure professionali non mancano, il pubblico, al di sopra di ogni aspettativa, risponde bene: qualsiasi sia la scelta da fare ci auguriamo che la situazione si sblocchi al più presto. Con Concordia, magari. 

 

 

 

Nella foto di Armando Rotoletti, Dario Fo