Il ragazzo non sarebbe mai stato chiamato per nome dai rapitori
di Gabriele Giannone
Vittoria – Restano ancora molti punti oscuri attorno al sequestro lampo avvenuto giovedì scorso a Vittoria, quando un giovane, figlio di una famiglia di imprenditori locali, è stato prelevato da sconosciuti e rilasciato dopo circa 24 ore di prigionia.
Secondo quanto riferito dall’avvocato Nello Sallemi, legale della famiglia, il ragazzo non sarebbe mai stato chiamato per nome dai rapitori, né durante il momento del prelievo né al rilascio. «Un elemento – ha sottolineato il legale – che contribuisce a rendere ancora più difficile comprendere la reale natura di questo episodio. Il giovane non ha ricevuto minacce verbali né richieste esplicite».
Le modalità del sequestro appaiono atipiche: nessuna rivendicazione, nessun messaggio di riscatto, nessun contatto diretto con la famiglia. Proprio per questo, gli inquirenti non escludono alcuna pista.
Il procuratore della Repubblica Francesco Puleio, intervenuto sabato in conferenza stampa, ha ribadito che «nessun dettaglio sarà trascurato» e che le indagini stanno analizzando ogni possibile scenario.
Il ragazzo, primogenito di due figli, appartiene a una famiglia stimata nel territorio e priva di legami con ambienti criminali. Un contesto che rende ancora più enigmatico il sequestro.
Gli investigatori stanno passando al vaglio ogni elemento utile, nel tentativo di ricostruire movente e dinamiche di un episodio che ha scosso l’intera comunità vittoriese.
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