di Redazione

Hanno aspettato le tredici, l’ora in cui i clienti si diradano e con la disinvoltura di due ragazzi con gli occhiali da sole e col cappellino si sono introdotti all’interno dell’Istituto di credito. Rapina oggi a mezzogiorno alla Banca Antonveneta di viale I Maggio a Jungi. Due ragazzi, dall’accento palermitano, si sono introdotti all’interno degli uffici quando c’erano solo due clienti e due impiegati all’interno dell’istituto di credito. Il volto parzialmente travisato dai cappellini e dagli occhiali da sole, fare sicuro e deciso, i due hanno estratto un taglierino, e sotto la minaccia dell’arma hanno chiesto al cassiere di arraffare tutto il denaro contanti disponibile. Il bottino, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato di undicimila euro. I due si sono prontamente dileguati a piedi. Sul posto i carabinieri della Compagnia di Modica, mentre un servizio di posti di blocco istituito dalla Squadra Mobile e dagli stessi carabinieri ha cercato di chiudere i varchi ai due fuggitivi. Dalle prime ricostruzioni pare probabile che i due provengano dalla Sicilia occidentale. L’inflessione dialettale farebbe appunto pensare a due palermitani. Resta da capire come i rapinatori siano fuggiti (è probabile che abbiano lasciato una moto o un’auto nei pressi dell’istituto, e se hanno agito con l’aiuto di un complice che abbia potuto fungere da “palo” all’esterno della banca. Chiaramente, molti contributi, per l’identificazione dei due, potranno arrivare dalle immagini del sistema di videosorveglianza interno dello sportello dell’Antonveneta di viale I Maggio.
Le attenzioni dei rapinatori recentemente si erano concentrate sul versante ipparino della provincia, e sul capoluogo. Jungi da questo punto di visto si presta a essere colpita perché sufficientemente vicina, come quartiere, a diverse vie di fuga, verso il mare, sia in direzione Siracusa che in direzione Gela, che verso l’entroterra, in direzione Modica. Le testimonianze dei due clienti presenti al momento del colpo e dei due dipendenti della banca, oltre alle immagini catturate dal sistema di telecamere a circuito chiuso, sono, insieme ad eventuali impronte lasciate dai due rapinatori, gli elementi su cui si appunterà l’attenzione degli inquirenti per risalire all’identità dei malviventi. La messa in rete di tali informazioni con eventuali altri colpi messi a segno in passato potrebbe fornire elementi utili per dare un volto e un nome ai rapinatori.
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