Cronaca
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26/09/2025 09:36

Rapito un ragazzo a Vittoria, ore di angoscia

Ragazzo sequestrato da due individui armati e incappucciati

di Redazione

Vittoria – Un luogo isolato ma abitualmente frequentato da gruppi di giovani, l’incubo. Intorno alle 21,30 di ieri sera, un ragazzo è stato sequestrato da due individui armati e incappucciati. La scena, avvenuta sotto gli occhi increduli di alcuni coetanei, ha scosso profondamente la comunità locale.

Secondo le prime ricostruzioni, due Fiat Panda, una bianca e una nera, si sono avvicinate alla zona. Dalla Panda nera sono scesi due uomini con il volto coperto e armati di pistola. Hanno chiamato il ragazzo per cognome, confermando di sapere esattamente chi stessero cercando. Dopo avergli sottratto il cellulare, lasciato poi a terra, lo hanno caricato con forza sull’auto e sono fuggiti. Testimoni presenti, ancora sotto shock, hanno raccontato che i due rapitori parlavano in italiano e hanno cercato di rassicurare gli altri presenti: “Non vi preoccupate, vogliamo solo lui”, avrebbero detto, indicando chiaramente che l’obiettivo era il giovane, figlio di un noto commerciante della città.

Le forze dell’ordine sono state allertate immediatamente e hanno avviato le indagini. L’intera area è stata transennata e si cercano indizi utili, comprese eventuali immagini dalle telecamere di videosorveglianza nei dintorni. Vittoria, città con una lunga storia segnata da tensioni e problemi legati alla criminalità organizzata, non è nuova ad episodi inquietanti. Ma un sequestro così plateale, in un contesto urbano e davanti a numerosi testimoni, segna un salto di qualità preoccupante nella sfida alla legalità. Un precedente simile risale agli anni ’70, con il sequestro del notaio Garrasi, caso che si concluse con l’arresto dei responsabili e la liberazione dell’ostaggio.

Questa volta, però, il contesto sembra diverso. L’azione mirata e apparentemente ben pianificata lascia presagire motivazioni precise. La polizia di Stati sta vagliando tutte le piste, senza escludere alcuna ipotesi, dal regolamento di conti, al tentativo di estorsione, o un “messaggio” alla famiglia.

La comunità è attonita. Il primo cittadino, Francesco Aiello, quando ha appreso la notizia ha espresso “profondo sconcerto” e chiesto l’intervento immediato del prefetto e del ministero dell’Interno. “È tempo di agire”, ha detto il sindaco “non si può più restare a guardare. Le istituzioni centrali devono intervenire con decisione. A Vittoria lo Stato deve tornare a farsi vedere e sentire”.