Attualità
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24/05/2007 05:56

Reflui a Micenci: come lo struzzo

di Redazione

Come lo struzzo, con la testa dentro la sabbia. L’ultima volta che i tre tubi delle acque bianche all’ingresso della spiaggia di Micenci, a Donnalucata, hanno sversato reflui è stata sabato scorso.
Solite proteste vibrate dei villeggianti del fine settimana e dei residenti, e, pronto intervento di una ruspa del Comune.
Dai tre tubi di via Lido sgorga fogna che si riversa sulla battigia? Problema risolto: basta coprire i tre tubi con una valanga di sabbia. Così, anche quando i reflui continuano a essere sversati, almeno nessuno se ne accorge, si spera.
La protesta a Donnalucata, però, prosegue. “Per quale motivo hanno coperto i tubi? –chiede un residente nel quartiere-. Per nascondere il fatto che i reflui continuano a fuoriuscire dai tubi?”
Il vero problema è che il Comune non riesce a capire la vera natura e provenienza di queste acque nere.
O qualcuno dei residenti nel quartiere di via Lido ha audacemente collegato il proprio scarico fognario al collettore delle acque bianche che convoglia le acque meteoriche di via Roba delle Navi, ma non si comprende il vantaggio di questa scelta, dato che tutti sono costretti a pagare la tassa per la fognatura e ora anche per la depurazione; o uno dei pozzi neri del quartiere “trasuda”.
E’ chiaro che non si tratta di acque stagnanti nel sottosuolo e che tracimano in occasione degli acquazzoni violenti, ipotesi pure adombrata dal sindaco Falla in passato.
E’ fogna, e di questo ormai nessuno dubita. Anche perché l’odore è inconfondibile. E nauseabondo.
In passato sono stati somministrati dei provini colorati nei water delle abitazioni della via Lido, ma non è stato scoperto nulla.
Divellere l’asfalto e iniziare a cercare in maniera empirica la provenienza di questi reflui sarebbe troppo dispendioso, dicono al Comune, anche se si potrebbe pensare di addebitare i costi dell’operazione ai responsabili della cosa, qualora si dimostri la loro malafede.
E’ chiaro però che il fenomeno degli sversamenti si verifica nei fine settimana, quando qualcuno torna ad abitare la propria residenza estiva.
“Forse è il caso che piuttosto di una pala meccanica l’assessore all’ecologia Bruno Occhipinti si industri con sistemi tecnologicamente più avanzati per risalire alla causa del problema ed eliminarlo”, torna a ripetere uno dei residenti del lungomare.
Aver coperto con un cumulo di sabbia i tubi delle acque bianche nasconde ma non risolve la questione.
Ne va dell’igiene della spiaggia principale della borgata rivierasca.