Sottogoverno
di Redazione
Palermo – La giunta regionale, presieduta da Raffaele Lombardo, ha nominato due nuovi dirigenti generali: Giovanni Arnone al quale è stata affidata la guida del dipartimento Urbanistica, e Rosolino Greco che va al dipartimento Famiglia al posto di Letizia Di Liberti che è stata «trasferita» all’Agenzia per l’Impiego, finora retta ad interim da Alessandra Russo (Lavoro). Per Rosolino Greco, in verità, si tratta di un ritorno ai vertici della burocrazia regionale. Infatti, per anni è stato alla guida degli enti locali e fu tra i primi dirigenti generali a essere sostituito all’epoca dello spoil system effettuato dal primo governo Lombardo, al momento del suo insediamento. Greco sarebbe stato indicato dall’Udc, mentre Arnone sarebbe in quota Pd. Nelle scorse settimane erano stati nominati Gianluca Galati all’Energia e Lucia Borsellino all’Osservatorio epidemiologico. Restano ancora senza titolari i dipartimenti: Pesca, Segreteria generale, Bilancio, Attività produttive e Formazione e Istruzione.
Nel corso dei lavori di Giunta, l’assessore alla Famiglia e Lavoro, Andrea Piraino, ha comunicato di avere sospeso il bando sugli stage destinati alle categorie sociali deboli e che tante polemiche ha provocato, anche nell’ambito della maggioranza. L’altro ieri, il capogruppo del Pd, Antonello Cracolici, aveva presentato all’Ars un apposito ordine del giorno che, però, non fu votato. La Giunta, inoltre, ha sancito che non saranno autorizzati impianti per la produzione di energia eolica off shore.
Sul piano politico, ieri sera, si sono riuniti i vertici regionali di Mpa, Udc, Fli e Api per individuare i candidati a sindaco del Terzo Polo alle prossime elezioni amministrative. A livello locale, però, non mancano le difficoltà. Tant’è che il «caso Ragusa», unica città capoluogo di provincia in cui si voterà, è stato avocato al tavolo nazionale. Fini, Rutelli, Casini e Lombardo ne parleranno tra oggi e domani a Todi dove è stato convocato per la prima volta il coordinamento nazionale del Terzo Polo.
Dopo mesi di reciproche polemiche, ieri, il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e il senatore Enzo Bianco si sono trovati concordi sull’esigenza di riformare la legge elettorale per gli enti locali. Rimangono delle differenze di fondo: Bianco vuole la doppia scheda, una per il sindaco e una per il consiglio comunale; Lombardo, invece, è fermo sulla scheda unica, ma con il voto confermativo per il sindaco evitando l’effetto trascinamento. La commissione Affari istituzionali dell’Ars, l’altro ieri, ha approvato il disegno di legge con i soli voti della maggioranza, avendo i deputati del Pdl, Pid e Fds abbandonato la commissione al momento della votazione. «La strada imboccata è quella giusta per stabilire un rapporto corretto e trasparente tra amministrazione ed elettori», ha sottolineato Bianco apprezzando indirettamente l’operato della maggioranza, pur non nominandola.
«Questa riforma – ha sostenuto il governatore – spingerebbe le coalizioni a puntare sui loro candidati migliori e non potrà più capitare che uno schieramento metta un nome sconosciuto, o mai conosciuto, dai cittadini perché rischierebbe di perdere il sindaco».
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