Attualità
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02/02/2017 11:40

Religione: libro Osnato su Padre Antony Elenjimittam

di Redazione

PALERMO, 2 FEB La sala Lanza dell’ Orto Botanico, in via Lincoln a Palermo, ospiterà sabato 4 febbraio, alle ore 16.30, un dibattito sul dialogo interreligioso a cui interverranno i professori Antonio La Spina (Sociologia alla Luiss), Francesco Viola (emerito di Filosofia del diritto a Palermo), l’ ing. Bruno Di Maio, del Segretariato attività ecumeniche, l’ imam Yahya Sergio Pallavicini, Presidente del Coires italiano. Al centro del confronto la presentazione di una monografia dal titolo “L’utopia ecumenica di Padre Anthony Elenjimittam”, di cui è autore il magistrato Antonio Osnato, già Procuratore generale a Palermo.
    Dell’ Ordine domenicano, padre Anthony (nato in India a Kundannoor, il 22 giugno 1915 morto a Torino, il 5 ottobre 2011) spese tutta la sua avventurosa vita (che più volte lo condusse in Italia ed al cospetto di due Papi) nel promuovere la riflessione dei “credenti” a prescindere dalla religione professata sul “Verbo”, la parola di Dio, prima fonte della legislazione. Proprio partendo dalla “lezione” di padre Anthony la monografia di Osnato propone un rilancio del movimento ecumenico in un ambito più vasto di quello sino ad oggi dato.
    Accompagnandoci, guidandoci nella vita di questo sacerdotepensatore, Osnato mette sul tappeto e ci costringe a confrontarci con una idea più ambiziosa ed in quale misura più “vera”. La marcia verso la riunione dei cristiani spiega la monografia appare solo un tratto del cammino, mentre la prospettiva necessaria è per altro in tempi in cui si torna ad uccidere ed essere uccisi in nome di un Dio “che lo vuole” il ritorno ed il confronto con l’originale idea di Dio da cui discende ogni religione strutturata, ovunque essa si collochi nel mondo. “Gesù e Gandhi sottolinea Osnato hanno dimostrato che la forza di un singolo uomo può diventare la forza di un intero popolo. L’ esortazione che ci giunge è di affidarci alla piccola voce interiore che abita nei nostri cuori, e non avere paura a dare testimonianza di ciò per cui abbiamo vissuto e di ciò per cui siamo pronti a morire”.(ANSA).