di Redazione

San Giorgio cavalcando un bel matino,
pensoso de l’andar che lo sgradìa,
trovò Riccardo in mezzo de la via
in abito leggier di peregrino.
«Ne la sembianza mi parea Minardo»,
disse Giorgio a la vista de lo Riccardo.
«Chi è costui, che vene a consolar la gente nostra
e che ne lo viso mostra lo color del core
pe lo sforzo immane e il gran sudore?»
«Poscia mi sforzo, ché vi voglio aizare!»
rispose Riccardo con grande gioia
«Vegno a vedervi, credendo ogni anno di guerire
ma traballando, sotto di voi,
a mè mi pare di morire !»
«Deh, consoliam costui!»
pregò Giorgio umilemente;
e li altri portatori in cor sovente
gridarono al Santo tutti a stuoia:
«San Giorgio nun lo crede’, lui S’appoia!»
Danthe Alighiero
(Socrathe)
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La foto è del bravissimo Salvatore Fidone
L’originale dantesco:
Cavalcando l’altr’ier per un cammino,
pensoso de l’andar che mi sgradia,
trovai Amore in mezzo de la via
in abito leggier di peregrino.
Ne la sembianza mi parea meschino,
come avesse perduta segnoria;
e sospirando pensoso venia,
per non veder la gente, a capo chino.
Quando mi vide, mi chiamò per nome,
e disse: “Io vegno di lontana parte,
ov’era lo tuo cor per mio volere;
e rècolo a servir novo piacere”.
Allora presi di lui sì gran parte,
ch’elli disparve, e non m’accorsi come.
«Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia, quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua devèn, tremando, muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta,
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ‘ntender no la può chi no la prova;
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira».
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