Cultura
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01/05/2009 17:35

Riccardo, San Giorgio e la Vitha Nova

di Redazione




San Giorgio cavalcando un bel matino,

pensoso de l’andar che lo sgradìa,

trovò Riccardo in mezzo de la via

in abito leggier di peregrino.

«Ne la sembianza mi parea Minardo»,

disse Giorgio a la vista de lo Riccardo.

«Chi è costui, che vene a consolar la gente nostra

e che ne lo viso mostra lo color del core

pe lo sforzo immane e il gran sudore?»

«Poscia mi sforzo, ché vi voglio aizare!»

rispose Riccardo con grande gioia

 «Vegno a vedervi, credendo ogni anno di guerire

                       ma traballando, sotto di voi,

                       a mè mi pare di morire !»

                      «Deh, consoliam costui!»

                       pregò Giorgio umilemente;

                       e li altri portatori in cor sovente

                       gridarono al Santo tutti a stuoia:

«San Giorgio nun lo crede’, lui S’appoia!»

 

Danthe Alighiero

(Socrathe)

Riccardo Minardo e San Giorgio - Modica 2009

Leggi anche: La vendetta del Santo Cavaliere

La foto è del bravissimo Salvatore Fidone

L’originale dantesco:

Cavalcando l’altr’ier per un cammino,

 pensoso de l’andar che mi sgradia,

 trovai Amore in mezzo de la via

 in abito leggier di peregrino.

 Ne la sembianza mi parea meschino,

 come avesse perduta segnoria;

 e sospirando pensoso venia,

 per non veder la gente, a capo chino.

 Quando mi vide, mi chiamò per nome,

 e disse: “Io vegno di lontana parte,

 ov’era lo tuo cor per mio volere;

 e rècolo a servir novo piacere”.

 Allora presi di lui sì gran parte,

 ch’elli disparve, e non m’accorsi come.

«Tanto gentile e tanto onesta pare

la donna mia, quand’ella altrui saluta,

ch’ogne lingua devèn, tremando, muta,

e li occhi no l’ardiscon di guardare.

Ella si va, sentendosi laudare,

benignamente d’umiltà vestuta,

e par che sia una cosa venuta

da cielo in terra a miracol mostrare.

Mostrasi sì piacente a chi la mira

che dà per li occhi una dolcezza al core,

che ‘ntender no la può chi no la prova;

e par che de la sua labbia si mova

un spirito soave pien d’amore,

che va dicendo a l’anima: Sospira».