di Graziana Iurato
Sarebbe lecito chiedersi con forza verso quale direzione la nostra Italia stia andando, verso quale livello della qualità della vita si avvia il nostro popolo.
Tanto si parla in questi giorni di “diritto al posto fisso”, divenuto utopia a causa della crescente instabilità lavorativa che condiziona completamente ogni scelta di vita: dall’acquisto di una casa, fino a scelte molto più importanti come può essere il matrimonio.
“Questa generazione più di tutte non si sente a casa da nessuna parte e non riesce ad attivare meccanismi di identificazione solidi nei confronti del contesto in cui vive”, spiega la sociologa Monica Fabris, ed ha proprio ragione, poiché è proprio la fascia dai 18 ai 34 anni che più di altre risente del declino abissale che stiamo attraversando, un decadimento strutturale alimentato da un sistema governativo ed economico che mira solamente ad appagare interessi di “pochi” attraverso una forma sempre più organizzata di clientelismo territoriale che investe ogni campo del sociale, oramai! E quei diritti fondanti su cui si basa il concetto omnicomprensivo di Libertà? E quel diritto di costruirsi una vita dignitosa?
Forse sarebbe proprio ora di ritornare alla storia, volgere l’attenzione a quella più vicina all’oggi, ripercorrere quei decenni del secolo scorso che hanno visto giovani decisi lottare con forza per ottenere il diritto di vivere la propria vita senza aver paura ogni giorno di non riuscire a cavarsela, senza essere inghiottiti da un sistema abnorme che soffoca ogni forma di creatività e quindi di libera espressione.
Forse dovremmo ritornare ad aver fiducia nei nostri giovani, che, in fondo, vogliono essere solo ascoltati…con pazienza. E credo che se provassimo ad ascoltarli veramente, con attenzione, comprenderemmo che, come allora, anche oggi il loro più grande desiderio è semplicemente quello di vivere una vita Felice e Sicura…un’esistenza che testimoni ogni giorno la gioia per questo Grande Dono che è la Vita.
Iurato Graziana
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