Attualità
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11/08/2010 10:02

Rischio marea nera, Sicilia in pole position

Parla Goletta Verde

di Redazione

Con 178 milioni di tonnellate di petrolio che ogni anno viaggiano verso le nostre coste, l’Italia è a rischio “marea nera”, avverte Legambiente.

“Ogni anno verso le coste italiane viaggiano ben 178 milioni di tonnellate di petrolio, quasi la metà di tutto il greggio che arriva in direzione dei porti del Mediterraneo”, si legge in una nota che riporta i dati di un dossier realizzato da Goletta Verde di Legambiente.

 

“Il nostro Paese poi, attraverso 12 raffinerie, 14 grandi porti petroliferi e 9 piattaforme di estrazione off-shore, movimenta complessivamente oltre 343 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi all’anno a cui vanno aggiunte le quantità di petrolio e affini stoccati in 482 depositi collocati vicino al mare, che hanno una capacità di quasi 18 milioni di metri cubi. Il Belpaese inoltre è al centro di ben 10 rotte all’interno del bacino del Mediterraneo che praticamente includono nel traffico dell’oro nero tutte le Regioni costiere italiane”.

 

La regione più interessate dal traffico di greggio e idrocarburi, dice il documento degli ecologisti, è la Sicilia, con oltre 123 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi movimentati, seguita da Liguria (65), Friuli Venezia Giulia (45), Sardegna (41), Veneto (31), Puglia (11), Lazio (9), Toscana (9), Marche (8) Abruzzo e Molise.

 

“Queste cifre dicono che l’Italia è una delle nazioni al mondo più esposte al rischio di incidente ambientale connesso allo sversamento di petrolio e una conferma di questo è anche il primato, detenuto dal nostro Paese, del greggio versato nei principali incidenti degli ultimi 25 anni. Sono ben 162.600, infatti, le tonnellate di idrocarburi finite nei nostri mari dal 1985 ad oggi, più della metà di tutto il petrolio finito nel Mediterraneo nello stesso periodo”.

 

La marea nera che sta devastando il Golfo del Messico e altri episodi analoghi verificatisi recentemente in altre parti del mondo, spiega il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, hanno riportato in primo piano il problema degli incidenti con sversamento in mare di idrocarburi.

 

“Quella delle piattaforme di estrazione off shore infatti è un’inquietante problematica che si aggiunge al costante pericolo rappresentato dall’intenso traffico marittimo di petroliere davanti alle nostre coste. Se da un lato il sistema d’intervento italiano in mare è efficace, tempestivo e di alta qualità, sul fronte della bonifica delle coste in caso di spiaggiamento di petrolio, c’è ancora molto da fare soprattutto da parte degli enti locali”, spiega Cogliati Dezza.

 

Anche per questo Legambiente realizza corsi di alta formazione rivolti alle Amministrazioni locali costiere e ha realizzato, in stretta collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile e il Comando Generale delle Capitanerie di Porto, il primo manuale tecnico sull’intervento del volontariato nella bonifica delle coste, tradotto e distribuito in tutto il mondo.