di Redazione
“Sampieri non diventi un letamaio a ferragosto”. A chiederlo sono gli intellettuali di Scicli, con Piero Guccione in testa. Occorre concertare con il Corpo Forestale, che gestisce la pineta a ridosso della spiaggia di Sampieri, un’azione preventiva che scoraggi “l’invasione barbarica”.
Negli scorsi anni sono stati necessari quattro giorni per avere ragione dei rifiuti abbandonati sull’arenile la notte di ferragosto. Bottiglie, tizzoni ancora caldi di falò, e soprattutto la cloaca a cielo aperto dettata dall’assenza di servizi igienici a sufficienza, in grado di servire una popolazione notturna di migliaia di persone.
L’idea, passata nel corso degli ultimi anni tra la popolazione giovanile, è che Sampieri è zona franca, che la pineta è la prateria in cui poter fare tutto e il suo contrario, mentre il popolo della notte che arriva da ogni dove della provincia di Ragusa e Siracusa devasta il lido, che non ama, non vive il giorno dopo, quello in cui si fa la conta dei danni.
Tra le borgate di Scicli, Sampieri è da dieci anni a questa parte la più appetita e per tale ragione anche la più violentata. Sono gli intellettuali, quelli noti per la passeggiata mattutina da Sampieri al Pisciotto e ritorno a chiedere che non si perpetui lo scempio, e che le istituzioni facciano ognuno per la propria competenza la loro parte nell’impedire che l’ecosistema della borgata più bella venga maltrattato come fosse mercanzia di scarsa lega.
Nella foto, il ferragosto 2007 a Sampieri
© Riproduzione riservata