Nuovo storytelling
di Redazione

“Se oggi Guttuso dipingesse la Vucciria, rappresenterebbe il mercato al mattino con i quarti di bue pendenti? No, lo dipingerebbe alle dieci della sera con la movida. Fa comodo ai siciliani, alla classe dirigente questa rappresentazione immobile, serve a giustificare i fallimenti. Un impoverimento che si è avvalso di grandi strumenti culturali, la bibbia dell’immobilismo”. Così il giornalista e scrittore Gaetano Savatteri, milanese di Racalmuto, a La Repubblica.
“Io ho il dovere di raccontare a un ragazzo nato nel 1992 che la Sicilia è cambiata e che la narrazione sulla Sicilia è cambiata, può fare a meno della mafia, può avere un commissario con un alto senso della giustizia siciliano e non del nord come Bellodi. Così come a Roma oggi posso mangiare dell’ottima pasticceria siciliana con facilità, mentre quando sono arrivato io ci sarà stato un solo posto dove mangiare il cannolo. Perchè c’è una Sicilia che piace».
Quali sono i nuovi capisaldi del Trinacria Glam e della nuova Sicilia?
“Il dialetto artistico, la lingua di Camilleri, un filone erotico sessuale scritto e raccontato da donne, ma anche il fatto che, obtorto collo, siamo diventati terra di accoglienza. La generazione ‘92, che interpreta i fatti a partire da lì, come Giuseppe Schillaci, Pif, Corrado Fortuna, la guerra agli stereotipi di Giuseppe Rizzo. E poi il cibo siciliano o Dolce e Gabbana, che seppur di carta pesta mettono in circolo un’immagine normale della Sicilia, contribuendo a rimuovere il clichè mafioso”.
Fa parte della nuova Sicilia il fatto che le massime cariche dello Stato siano siciliane?
“Certo, ne è conseguenza. Tre momenti nell’ultimo secolo hanno forgiato la classe dirigente italiana: la guerra partigiana, la lotta al terrorismo e la lotta alla mafia del post stragi. Mattarella e Grasso sono figlie di quell’anno fondativo: il 1992”.
Tornerebbe a vivere in questa Sicilia che non è più quella di una volta?
“In vacanza sì. No, non ci tornerei. Io vivo dentro la Sicilia che mi sono scelto, che racconto”.
© Riproduzione riservata