di Redazione
D´altra parte, al momento, l´argomento che più interessa e preoccupa il Governatore non riguarda le liste ma la modalità del voto, cioè lo sbarramento al 4 per cento, che Lombardo vede come una iattura. “L´Mpa – dice – dovrà organizzarsi e aprire le porte agli uomini liberi, dalle Alpi alla Sicilia, che si appassionino a una battaglia politica e culturale di libertà e democrazia, per superare la logica dello sbarramento. I segnali che colgo – aggiunge – sono quelli di una grande coalizione Pd-Pdl tesa a emarginare la sinistra radicale, a indebolire il ruolo della Lega e, quindi, ad allontanare la prospettiva del federalismo”.
L´Udc, per acchiappare il maggior numero di voti in tutta la Sicilia, progetta di candidare chi meglio si è distinto, provincia per provincia. Dovrebbero entrare in lista l´assessore ai Beni Culturali Antonello Antinoro, che nel collegio di Palermo alle Regionali ha ottenuto oltre 30 mila consensi, il segretario regionale Saverio Romano o, in alternativa, il presidente della Provincia Giovanni Avanti. E ancora, il presidente della Provincia di Trapani Girolamo Turano, l´ex presidente della Regione, il ragusano Giuseppe Drago, e l´assessore all´Industria Pippo Gianni per Siracusa. Salvatore Cuffaro, che fino a qualche giorno fa era considerato un candidato sicuro, potrebbe fare un passo in dietro, lasciando spazio al fratello Silvio, sindaco della natia Raffadali. E poi potrebbe ritornare in pista, da Caltanissetta, Bernardo Alaimo assessore alla Sanità ai tempi del governo di Rino Nicolosi.
Nel Pdl, invece, si gioca una partita a tre fra gli ex An, gli ex forzisti che si riconoscono nell´asse Schifani-Alfano e quelli che sono rimasti fedeli a Gianfranco Micciché. Salvo clamorosi colpi di scena, il sindaco di Palermo, Diego Cammarata, non si candiderà perché non è passato, nella legge di riforma, l´emendamento che avrebbe dovuto garantire a primi cittadini e presidenti di provincia il diritto di mantenere le poltrone anche se eletti al parlamento europeo. Cammarata, peraltro, avrebbe già chiesto, a parziale ricompensa, un posto da sottosegretario. Prende corpo, dunque, la candidatura del presidente dell´Ausl 6, Salvatore Iacolino, fedelissimo del ministro della Giustizia, Angelino Alfano. Dalla Sicilia orientale, dovrebbe arrivare la candidatura dell´assessore all´Agricoltura Giovanni La Via, sotto l´egida di un ras del voto qual è Giuseppe Castiglione, e fra gli ex An, quella del già senatore Nino Strano. E poi ci sono i fedelissimi di Micciché che potrebbero puntare su Pippo Fallica (sebbene ambisca alla carica di vicesegretario regionale del Pdl con delega agli enti locali) o sull´amministratore delegato della Gesap Giacomo Terranova o, ancora, su Giovanni Mauro, ex presidente della Provincia di Ragusa.
Il Pd presenterà due candidati di punta: un ex Ds e un ex Margherita. Anche se ancora non lo dicono apertamente, numerosi democratici di Sicilia chiedono che a candidarsi sia chi ha già un posto al parlamento nazionale. In questo modo, con il gioco delle opzioni, si creerebbero nuovi spazi alla Camera e al Senato. Soprattutto per questa ragione si ventilano i nomi, per le Europee, dell´ex Margherita Enzo Bianco, e dell´ex Ds Vladimiro Crisafulli. Se entrassero entrambi al parlamento di Strasburgo, libererebbero due posti al Senato per Bartolo Fazio e Franco Piro primi dei non eletti alle Politiche. Il tutto, sempre che Piro non scelga di candidarsi alle Europee.
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