Cultura
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05/01/2009 13:31

ScicliPress intervista Peppe Savà: Vi racconto ScicliNews

di Redazione

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Quando hai pensato al progetto  “editoriale” di ScicliNews, avresti mai immaginato che sarebbe diventato quello che è oggi? 

Si, in buona misura si. Lo immaginavo. Sono successe cose che non avrei mai potuto immaginare.

Io conoscevo le potenzialità dello strumento, perchè sono un appassionato di internet. Avevo fatto una analisi del contesto che era questa: a Scicli c’è una grande tradizione di democrazia e partecipazione, legata al fatto che dal 1977 esiste il Giornale di Scicli, dal 1980 è stato rifondato il circolo culturale “Vitaliano Brancati”, dal 1989 esiste “Dibattito”, poi ci sono state tante esperienze editoriali  (di cui molte naufragate), una delle ultime è la vostra, quella di ScicliPress. Quindi Scicli è la città che in provincia di Ragusa ha la più alta tradizione di dibattito.

I commenti, inutili, inopportuni, stupidi, interessanti, che ci sono in coda alle notizie, dimostrano che l’esperienza di ScicliNews, a Scicli in particolare, ha un successo che in altre città della provincia non avrebbe avuto. Questa l’analisi pregiudiziale.

Come risultato inatteso: la comunità. Il fatto che sono diventato confessore di tante persone che non conoscevo, di persone che non conosco; alcune le conosco solo per nick e poi mi scrivono in privato, altre mi hanno scritto in privato e mi hanno rivelato la loro identità. Sono diventato insomma amico inatteso e, comunque, riferimento di tante persone che non sognavo potessero avere nel mio lavoro, e non nella mia persona un riferimento.

In parte lo immaginavo dunque, in parte no. 

Le sezioni dei partiti sono vuote, i dibattiti pubblici poco partecipati, i commenti alle notizie che trattano di politica di ScicliNews aumentano in continuazione, dando luogo a dispute e confronti articolati. Perchè? 

Vi rispondo con un fuoritema. Nel 1990 Radio Radicale stava fallendo. La redazione era in preda al panico, non sapendo come risollevare le sorti della radio. Decisero di fare un esperimento: mettere una segreteria telefonica (attiva 24 ore su 24) e di registrare le pernacchie, gli improperi, gli insulti, i commenti, i monologhi di chiunque voleva chiamare quel numero verde e realizzare il proprio sfogo. Sismografarono, in maniera inattesa, la nascita della Lega Nord, senza nemmeno rendersene conto.

Nel dibattito televisivo, nei salotti mediatici come Porta a Porta di Bruno Vespa, la Lega non c’era ancora, ma nel paese la Lega c’era.

Dando libero sfogo, dietro lo scudo dell’anonimato, a chiunque volesse telefonare e dire la propria sulla situazione politica nel paese, venne fuori una situazione inattesa. Radio Radicale aveva per prima sismografato la Lega Nord nel paese.

Che c’entra con ScicliNews, mi potreste chiedere. Esso consente (e questa è la sua forza), attraverso l’anonimato, di sismografare il sentimento della città e, spero, di tutta la provincia.

A questo proposito, sto sempre più integrando con notizie dagli altri comuni, anche perchè ScicliNews è visitato da tutti i comuni della provincia, oltre che da fuori chiaramente.

ScicliNews non è infatti un fenomeno solo sciclitano: a Ragusa vengo fermato dalle persone che mi indicano come “quello di ScicliNews”, a Modica mi salutano “il moderatore”.

ScicliNews consente, attraverso l’anonimato, di sismografare il sentimento reale. Ad esempio, attraverso il sito, registriamo che a Scicli c’è un sentimento di ostilità nei confronti degli extracomunitari, molto più forte di quanto emerge dai dibattiti pubblici.

A Scicli c’è inoltre una cultura criminale radicata, com’è emerso in occasione dell’operazione “Mixer” e dell’omicidio Drago, di difesa della criminalità e delle fasce di disagio e di degrado ad essa collegate, e non parlo del quartiere Jungi. Il disagio e il degrado più radicato a Scicli è nella frazione di Donnalucata. E questo è un fatto che nessuno dice.

L’anonimato consente a tutti di esprimere quello che pensano realmente, e lo spaccato che emerge dal sito è quello di una grande partecipazione ai fatti della città e di sincerità che nelle sedi pubbliche, siano esse associazioni culturali, partiti, dibattiti televisivi, non possono emergere perchè il perbenismo che permea i nostri comportamenti ci porta ad essere molto più cauti e circospetti nel fare certe affermazioni tipo: “fateli annegare mentre sono sul canale di Sicilia” o “quello si che era un bravo ragazzo, perchè è disposto ad uccidere pur di difendere i suoi amici”. Sono cose che in pubblico non direbbe nessuno, e che invece su internet, grazie all’anonimato, emergono. 

Socrathe, Uomo Libero, Dasvjdania, Ellj Nolbja sono solo alcuni dei commentatori che animano il tuo sito. Vuoi rivelarci l’identità di qualcuno di questi? 

Beh, vi posso dire che Dasvjdania è donna, Uomo Libero è uomo, Socrathe è uomo, Ellj Nolbja è uomo.

Quello di avere reperito personalità inattese è un ulteriore risultato di ScicliNews.

Solo grazie al mio sito sono emerse.

Socrathe, ad esempio, non sarebbe emerso mai, se non grazie all’anonimato. Noi, a Scicli, abbiamo una persona discreta, che può prendere il caffè al bar vicino al nostro tavolino senza rivelare di essere Socrathe, dalla cultura eccezionale, fuori dal comune, che è in grado da solo di fare i video, fare i remix, scrivere di greco, di latino, con una proprietà di linguaggio e una capacità di analisi e anche di ironia eccezionale che sulla carta stampata non avrebbe mai scritto.

Socrathe mi ha rivelato che esiste solo grazie a me, lui ha rivelato a sé stesso di essere questo grazie a ScicliNews, nel senso che la sua vera identità di intellettuale esiste solo su web, grazie all’anonimato. Non aveva trovato nella sua vita privata un canale di espressione neppure in famiglia, neppure tra gli amici personali, neppure nella sfera dei sentimenti. Nessuno che gli permettesse di esprimere questa profondità d’animo che si vergogna a mostrare, anche a sua madre. La madre di Socrathe non sa che suo figlio è Socrathe.  

ScicliNews è di centro, di destra o di sinistra? Non si accettano risposte evasive… 

ScicliNews non è. ScicliNews è, come il suo moderatore: convinto che la funzione di giornalista sia quella del pendolo, un pendolo che deve scuotere a destra e a sinistra, in maniera continua.

Oddio, se devo essere sincero e fare autocritica, devo ammettere che siamo stati un po’ troppo ingenerosi nei confronti del Partito Democratico di Scicli, che è stato bersaglio di satira continua, non da parte del moderatore ma di Socrathe. Forse abbiamo esagerato un tantino. Però per il resto, non possiamo essere schierati.

Vi dico però, affinchè la risposta non appaia evasiva, che ScicliNews è “radicale”. Non nel senso del partito di Pannella, ma nel senso che sul web le posizioni politiche si radicalizzano, per cui accade che Totò Cuffaro sbarchi su Facebook e vi sia una sollevazione di scudi inusitata di tutti quelli che dicono no a Cuffaro su Facebook.

Sul web ognuno di noi è portato ad essere più intransigente e radicale, per cui se dovessi definire politicamente ScicliNews direi che è radicale e intransigente. 

Tu sei stato addetto stampa del sindaco Falla, poi dell’onorevole Peppe Drago. Ti senti a posto con la tua deontologia di giornalista? 

Si, mi sento a posto. Potrei rispondere in maniera presuntuosa e non lo faccio. Però sono stati loro che hanno voluto me, e non io a volere loro. Cioè io sono Peppe Savà, e lo dico con molta umiltà. Io non sono l’alter ego di Falla, di Susino, di Drago… Nessuno può dire che io sono il portaborse di chicchessia. Perché alla fine io ho prestato e presto la mia professionalità, che potremmo definire come sensibilità.

Io esercito tante di quelle collaborazioni, che voi non sapete. Se le sapeste vi mettereste le mani ai  capelli.

A me, sostanzialmente, piace degustare, non cucinare. Degusto, e dico a ciascuna delle persone a cui presto la mia umilissima consulenza: “qui ci vuole un po’ di sale”, “qui manca un poco di pomodoro”.

A me non piace fare l’addetto stampa e basta. A me piace essere un consulente della comunicazione, poi può anche capitare che non sia io direttamente a scrivere i comunicati, e in molti casi è così.

Ad esempio, io ho una collaborazione con l’università di Ragusa, un’altra con Confeserfidi. Mi limito a fare la consulenza, dicendo come va impostata l’immagine dell’ente o del gruppo finanziario. Altra collaborazione che ho realizzato in passato, con l’attuale presidente della C.R.I.A.S. in Sicilia, Rosario Alescio, relativamente ad alcune iniziative imprenditoriali; ho fatto l’anno scorso l’addetto stampa del Festival del Val di Noto. In tutti questi casi, il mio ruolo è a volo d’uccello, mordi e fuggi.

Dopo essere contattato e aver prestato la mia consulenza io vado via. La mia funzione si esaurisce. Non mi lego, così come non mi lego sentimentalmente, non mi lego professionalmente.

Non c’è un mio datore di lavoro che può dire a Peppe Savà: “ non avrai altro Dio all’infuori di me”.  

Pensi che i giornalisti che operano nel settore dell’informazione locale in provincia di Ragusa siano liberi o assoggettati a pochi e potenti editori? 

La domanda è mal posta, come direbbe Quelo (Corrado Guzzanti, ndr). La domanda dovrebbe essere: ci sono giornalisti in provincia? E io vi risponderei: no, neanche io lo sono. La seconda domanda dovrebbe essere: ci sono editori? E io vi risponderei: no, neanche io lo sono.

Lancio alcune provocazioni per rispondervi. Chi in provincia di Ragusa ha realizzato una inchiesta tra i miei colleghi, me compreso, sulla bomba su cui tutti noi siamo seduti che ha il nome di bromuro di metile e quindi cancro, e quindi tumori, e quindi rischi per la popolazione di una città come Scicli che con le serre ha messo su una economia?

Se io avessi più tempo, e non avessi l’esigenza quotidiana di raccontare l’interrogazione al consiglio comunale del consigliere Tizio e del consigliere Caio, se io avessi l’opportunità insomma di vivere di rendita il mese di gennaio 2009 lo dedicherei a una inchiesta di questo tipo, andando a studiare lo status quo rispetto a tale situazione in tutta la fascia trasformata che va da Pachino a Gela. Il titolo potrebbe essere: “Quante persone ha ucciso il bromuro”.

Altra inchiesta che farei sarebbe quella degli industriali in provincia di Ragusa. Quanti industriali, che hanno goduto dei benefici economici della legge 488, hanno realmente investito per ammodernare e rendere competitiva l’industria ragusana che oggi sta morendo lentamente?

Un articolo così io non lo trovo da nessuna parte, né sui giornali regionali, né nelle emittenti televisive locali, né su ScicliNews.

E il problema non è il coraggio, ma la professionalità che non c’è. 

Adesso veniamo a noi. Un giudizio secco e sincero, come tu sai fare benissimo, sul nostro progetto, ScicliPress. 

Perdente. Come perdente è ScicliNews. ScicliNews è preistorico, ScicliPress è antidiluviano. Nel senso che entrambi i progetti, il mio e il vostro, non possono essere al passo con i tempi sino a quando non saranno leggibili, con possibilità di interazione immediata con il telefonino.

Il supporto su cui oggi ci confrontiamo è il telefonino, perché è l’unica cosa che tutti abbiamo, sempre e comunque come le mutande.

Permettetemi una digressione. Il New York Times ha ipotecato il grattacielo di Renzo Piano dove ha sede a New York; Video Mediterraneo a gennaio si divide in due televisioni perchè i due fratelli Carpentieri hanno litigato. La domanda è: dove va l’informazione nel mondo. Vi ho citato due poli: Modica e New York.

La nuova frontiera dell’informazione è il cellulare, dunque la frontiera non è la carta (che avete scelto voi) e non è nemmeno il computer (che ho scelto io).

Vi faccio un esempio. Se accade un incidente stradale sulla Scicli-Donnalucata, io Peppe Savà che voglio fare sapere la notizia, come riuscirò a fare pervenire la notizia a tutti, sul cellulare e in tempo reale? Questa è la nuova frontiera dell’informazione.

Quando io penso all’informazione, penso al massimo della capillarità e della tempestività. E in questo ScicliNews è già superato.

di Bartrolo Lorefice e Paolo Cirica

ScicliPress