Economia
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27/03/2017 12:35

Segnali positivi dai mutui in Italia: risale la fiducia delle famiglie

Trend positivo

di Redazione

Mutui casa
Mutui casa

Gli indicatori economici di fine 2016 sembrano indicare in modo univoco che l’Italia e le famiglie del Paese sono tornate a guardare al futuro con un pizzico di ottimismo in più. Va interpretata in tale direzione la crescita dell’indebitamento residuo dei mutui, così come pure la quota di persone che hanno almeno un contratto di credito rateale in corso.

Cresce la propensione degli italiani a richiedere prestiti e mutui, e migliora anche il clima generale di fiducia sul domani. Sono queste le due indicazioni di fondo che arrivano dalla lettura dei dati della “Mappa del credito” realizzata da Crif per studiare le tendenze su questo delicato tema.
Segnali di fiducia. Partendo subito con i numeri, il report rivela che è aumentata la quota di persone che hanno almeno un contratto di credito rateale in essere, che è arrivata al 34,6% della popolazione adulta e segna un incremento dell’1,8% rispetto al 2015. Come accennato, poi, vanno interpretati in maniera positiva soprattutto gli aumenti, seppur lievi, del cosiddetto indebitamento residuo, che supera i 34mila euro a fine 2016 e risale dello 0,6% rispetto all’anno precedente. 
Superata quota novemila euro. Questo indicatore rappresenta la somma che deve essere ancora rimborsata, e la sua ripresa evidenzia un ritorno di fiducia verso il domani da parte di chi ha contratto un prestito. A supporto di questa tesi, come spiegato dai responsabili del Crif, ci sono anche gli ultimi dati aggiornati al mese di febbraio 2017, quando si è registrato un aumento dell’1,2% delle richieste di prestiti e, per la prima volta dal marzo 2011, l’importo medio è tornato a superare la soglia dei 9 mila euro (per la precisione, 9400 euro di media, con un balzo del 7,9%).
Occasioni da cogliere. La chiave di volta sta in uno scenario congiunturale che continua a essere in progressivo miglioramento, che segue un contesto caratterizzato da tassi applicati che si posizionano vicino ai minimi storici e un panorama di offerte che si rivelano vantaggiose soprattutto per chi sceglie istituti online come Ing Direct: queste condizioni sono decisamente da “cogliere” perché essere irripetibili, come può scoprire chiunque calcola la rata mutuo in questo periodo, e in generale stanno già determinando una maggiore propensione a richiedere mutui per l’acquisto della casa e prestiti per rinnovare i beni durevoli e più costosi. 
Un’Italia a più facce. Dal punto di vista territoriale, però, ci sono forti differenze nel comportamento delle famiglie italiane: se le aree geografiche del Nord e del Centro si spartiscono la maggior parte delle richieste di mutui, al Sud invece le persone si orientano piuttosto sui prestiti finalizzati, a riprova di una differente esigenza dell’immediato (più orientata alla liquidità nelle zone più complicate del Paese). Guardando ancora i numeri, al Settentrione si concentrano il 38,1% delle richieste di mutui, in aumento rispetto alle rilevazioni precedenti, e al Centro ben il 38,9%; simile la spartizione delle erogazioni da parte delle banche, che al Nord sale al 41,7% del totale, seguite dal 40,2% del Centro e dal residuo 11,7% del Sud Italia.

Chi chiede i mutui. Interessante l’approfondimento sulla profilazione dell’italiano che si avvicina alla richiesta di un prestito per l’acquisto della casa: in media, il richiedente ha tra i 36 e i 45 anni, fascia che copre il 45,5% della domanda totale, mentre dal punto di vista della professione chi ha un lavoro a tempo indeterminato è l’82,6% del totale (i lavoratori autonomi sono il 13,5% mentre un 2,2% è rappresentato da pensionati). Capovolgendo l’analisi alle concessioni delle banche lo scenario non è molto differente: gli istituti erogano in prevalenza mutui a lavoratori a tempo indeterminato (87,7%), e solo in maniera residua a lavoratori autonomi (9,6%) e pensionati (2,1%).