Destituito Giuseppe Leone
di Gazzettadelsud

Acate – La maggioranza perde pezzi e l’opposizione riesce a far passare la mozione di sfiducia al presidente del consiglio Giuseppe Leone (Pdl-Acate soprattutto), accusato «di non sapere garantire un comportamento al di sopra delle parti che il ruolo gli impone». Il colpo di scena, che ha anche fatto emergere le faide interne alle tre anime del Pdl, si è verificato nella seduta di martedì sera, che per l’occasione è stata seguita da molti cittadini, forse richiamati anche dallo squallido spettacolo di quando volarono monete, santini e insulti. Non a caso stavolta erano presenti i carabinieri e il comandante della Polizia municipale Maria Battaglia.
È bastata una sola votazione per alzata di mano per ricreare il clima d’incertezza dal quale il sindaco Giovanni Caruso pensava di essere ormai uscito dopo il rimpasto che portò alla cacciata dei tre consiglieri di An e all’ingresso di due esponenti dell’Mpa Giampippo Busacca e Francesco Fidone, confluiti in “Acate soprattutto”. A votare a favore della mozione, oltre ai cinque firmatari Gianfranco Ciriacono, Luigi Denaro e Carmelo Di Martino (An), Giuseppe Di Natale (Indipendente) e Pippo Monello (Mpa), sono stati Eliseo e Giovanni Campagnolo, che rappresentano l’ala del Pdl all’opposizione. Il voto determinante è stato quello di Fabrizio Cutello, sempre del Pdl ed organico alla maggioranza, ma ai ferri corti con “Acate soprattutto”.
A nulla è servito l’appello del sindaco Caruso, prima della votazione, di smetterla con i personalismi e le ripicche e di riportare il dibattito in aula su un piano prettamente politico. Ferma e piccata la reazione di Leone, che, tra l’altro, preannuncia ricorso al Tar, fiducioso di essere reintegrato nel suo ruolo, così come successe nella passata legislatura all’allora presidente Gaetano Masaracchio, quando sempre il sindaco Caruso perse di colpo la maggioranza.
«Quello che è successo – spiega Leone – è gravissimo sotto diversi aspetti. Intanto, perché la sfiducia è illegittima e saprò far valere le mie ragioni nelle sede opportune. Non è una questione di attaccamento alla poltrona, ma di correttezza nelle procedure. C’è, inoltre, da prendere atto che non esiste più alcuna maggioranza, visto che non ha saputo reggere alla prima prova ufficiale, nonostante le rassicurazioni che fino alla vigilia ci sono venute dal sindaco. Infine, ma non per questo meno importante, esiste anche un problema all’interno del Pdl che non può più essere rimandato, perché ne va della credibilità di tutti». A dargli conforto le dichiarazione del deputato nazionale Nino Minardo che, forse per dissipare ogni possibile sospetto, tiene a precisare «di essere estraneo a quanto è successo». «A titolo personale e in qualità di coordinatore provinciale del Pdl – spiega Minardo – esprimo piena solidarietà e sostegno al presidente Leone per il lavoro finora svolto. Ciò che è accaduto in consiglio mi porta a dissociarmi dal comportamento messo in atto dai tre consiglieri del mio stesso partito che hanno votato la sfiducia, nonostante avessero ribadito la volontà di voler condividere un percorso politico unitario. Penso che quando si entra a far parte di un gruppo non solo bisogna lavorare per il raggiungimento di un obiettivo comune, ma si debba fare lavoro di squadra sostenendosi, là dove è necessario, anche a costo di qualche sacrificio. Quello che non bisogna smarrire è il dialogo e il confronto». Non è la prima volta che Leone subisce attacchi concentrici da parte delle opposizioni. Nei suoi confronti sono state presentate diverse mozioni politiche e una di censura, sempre relativa al suo operato, votata allora anche da Busacca e Fidone, che oggi sono suoi alleati. Qualche novità sul da farsi a come reagire all'”onta” subita dovrebbe venire dall’incontro che ieri sera hanno avuto i componenti di “Acate soprattutto”.
© Riproduzione riservata