E' solo un problema di vette
di Redazione

Palermo – C’è una regola che rende oggi l’assessorato ai beni culturali, e all’identità siciliana, un punto di non ritorno per la politica isolana.
Ed è la regola della vetta.
Ciascuno di noi, nel corso della propria vita, è chiamato a misurarsi con sfide professionali, personali, di relazione con gli altri che rappresentano vette.
Ciascuno con la propria quota. C’è chi si ferma a mille metri d’altezza, chi a duemilacinquecento, chi raggiunge i punti più alti.
Così, dopo Sebastiano Tusa, l’assessorato alla cultura della Regione Siciliana è diventato una vetta. Non un assessorato qualsiasi, da assegnare a ex portaborse, e prestanomi di Raffaele Lombardo o di Totò Cuffaro, ma un assessorato pesante.
Perché dopo che qualcuno ha raggiunto una quota elevata, alta, lucente, tornare indietro non è più possibile.
Così Nello Musumeci da Militello Val di Catania non può venirci a raccontare che l’assessore che succede al compianto Sebastiano Tusa è il Carneade di Valguarnera, perché i siciliani questo non lo accettiamo.
Non lo accettiamo perché dopo aver assaporato la quota, capiamo tutti che l’aria lì è più rarefatta, pulita, netta.
E poco conta che l’assessorato tocchi alla Lega. Perché qui si gioca una mistificazione. La Lega di Salvini oggi non è la Lega di Bossi, Formentini, Miglio, dello stesso Maroni. La Lega di oggi è la nuova Forza Italia, la nuova Dc, riveduta e corretta, il partito tutto che lo stesso Matteo Renzi, in una stagione felice per lui, era riuscito a ricostruire nel Pd.
C’è una pancia del paese che si schiera sempre col più potente e oggi la pancia è con l’uomo del Papete. In misura minore del passato, ma pur sempre con Salvini.
Bene. Lo scandalo non è che l’assessorato all’identità della Sicilia vada a un leghista. Lo scandalo è che vada a uno che con la cultura non c’entra nulla, che non sia in grado di sostenere il confronto con la quota segnata col rosso, sulla vetta, da Sebastiano Tusa.
Ecco perché l’unico intellettuale, che di cultura vive e se ne consuma, l’unico che può ricoprire questo ruolo, incarnando i valori della destra, ma senza che alcuno possa alzar dito, è Pietrangelo Buttafuoco.
Solo un intellettuale vero, autentico, appassionato, verace, incontrollabile, uomo di lettere e di teatro, può sedere su quella sedia. Perché ai siciliani non importa più un fico secco di chi sia l’assessore alla famiglia e persino quello all’agricoltura.
Interessa a tutti che il successore di Tusa sia degno. E solo Buttafuoco oggi lo è.
Giuseppe Savà
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