Attualità
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11/11/2013 16:30

Sicilia: M5S, su teatri governo sbandiera come sue proposte di altri

di Redazione

Calcio: Palermo; Corini, ci abbiamo provato ma è finita pari
Calcio: Palermo; Corini, ci abbiamo provato ma è finita pari

Palermo, 11 nov. “È sconcertante come questo governo, perennemente in ritardo, sbandieri come proprie le proposte già avanzate fin dal principio da altri. Così come sconcertante è il regime di “emergenza programmata”, al quale questo governo ci ha abituati. Un vuoto che umilia e mortifica la cultura in tutte le sue forme, facendo apparire dei diritti come concessioni e delle soluzioni ovvie come la rivoluzione?. Sono critici i deputati siciliani del Movimento Cinque Stelle sull’annunciata riforma dei teatri dell’assessore alla Cultura della Sicilia, Michela Stancheris che dovrebbe cambiare la vita agli enti lirici, attualmente in difficolta’. I parlamentari criticano l’operato dell’amministrazione non tanto nel merito, ma nella tempistica e nel metodo. ?Ben vengano affermano la riforma e l’istituzione di un Fondo Unico, proposte avanzate peraltro mesi fa dagli Stati generali dello spettacolo. Soprattutto a fronte di inutili e generiche accuse sulla gestione dei teatri, fatte forse per nascondere il ritardo e l’inefficienza nel proporre alternative. Ci auguriamo, comunque, che la riforma non sia l’ennesimo proclamo?. ?Non si può ? continuano i deputati pensare di risolvere le innegabili “storture” del passato tagliando di netto i finanziamenti, privando della loro dignità lavorativa e professionale i musicisti e mettendo a serio rischio le stagioni concertistiche. Se la Stancheris vuole veramente portare a termine il progetto, ora acceleri, sapendo che seguiremo attentamente le sue mosse e saremo anche pronti a collaborare con lei. Una seria riforma metterebbe, infatti, la parola fine a tante criticità e chiuderebbe le porte agli sprechi?. ?Oltre alla riforma ? afferma la deputata Gianina Ciancio è necessario che si esca dalla logica del commissariamento per vicende che di straordinario non hanno nulla e si torni a ripristinare le normali condizioni di attività dell’Ente, che presuppongono capacità, merito e progettualità in chi è chiamato a dirigerlo. Ridurre in seria difficoltà economica il Bellini (così come tante altre realtà dell’Isola) e, conseguentemente, mettere a rischio l’offerta artistica della più importante istituzione culturale della città etnea è offensivo e degradante non solo nei riguardi di Catania, ma della Sicilia intera. Non si può pensare che un teatro come questo, noto in tutto il mondo per l’altissimo livello artistico, viva esclusivamente degli incassi al botteghino. Potrebbe farlo, forse, eliminando l’opera lirica dall’offerta musicale e mantenendo solo la sinfonica. Ma ciò significherebbe privare la cittadinanza di una risorsa inestimabile. Senza contare che, ad oggi, non è stato garantito neanche il minimo per la sopravvivenza.”