Cronaca
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05/08/2025 15:08

Simona Cinà, Procura smentisce famiglia: due ragazzi hanno cercato di salvarla

Il decesso durante una festa in piscina

di Redazione

Bagheria, Palermo – E’ancora giallo sul decesso di Simona Cinà, la ragazza trovata morta in una piscina nella villa di Bagheria dove si teneva una festa di laurea, che si è conclusa tragicamente, continuano le indagini serrate della procura siciliana: “Sono stati sequestrate bottiglie di alcolici”. 
E appena i ragazzi si sono accorti del corpo della ventenne “esanime sul fondo della piscina, in un angolo distante e poco illuminato”, in “almeno due si sono tuffati” nel tentativo di prestarle soccorso. Inoltre, tutti i ragazzi sentiti come finora testimoni “hanno avuto un comportamento collaborativo”. 

E’ (una prima) ricostruzione della Procura di Termini Imerese sulla morte della giovane pallovolista, che smentisce la versione della famiglia e del suo legale.

“Infondatezza dell’informazione relativa al mancato rinvenimento di oggetti”
I magistrati hanno rotto il silenzio affidando a una nota “alcune doverose precisazioni” su notizie “divulgate sul decesso” della ventenne. I pm contestano in particolare l'”assoluta infondatezza dell’informazione relativa al mancato rinvenimento, sui bordi e nella zona adiacente alla piscina, di oggetti che lasciassero ritenere che in quel luogo si era tenuta una festa”.

Perché invece, “nei pressi del bancone adibito a bar, sono stati rinvenuti, tra l’altro, bicchieri e bottiglie di alcolici, come debitamente documentato” a “riprova di quanto affermato dai vari partecipanti sin dalle prime battute”.

I punti oscuri ancora da chiarire: “Una festa, ma non c’era la torta”
Inquirenti ed investigatori forniscono poi una prima ricostruzione di quanto avvenuto nella Villa di Bagheria, che è anche una risposta alle domande poste dalla famiglia di Simona Cinà, quel “troppe cose non tornano”, “ci sono punti oscuri”: nella villa, hanno sostenuto i familiari, c’era una festa di laurea, “ma non abbiamo visto la torta, non abbiamo trovato alcolici”, i “ragazzi presenti erano tutti bagnati, in silenzio” e “c’erano le scarpe”, ma “non i vestiti” di Simona. Sui vestiti la Procura precisa che non sono scomparsi, ma sono stati sequestrati dai carabinieri. 

E dunque, “allo stato, non vi sono elementi in ragione dei quali ipotizzare che taluno abbia alterato la zona dove sono accaduti i fatti, facendo scomparire oggetti”. Anche sulla piscina, definita piccola e illuminata, i magistrati forniscono una diversa ricostruzione: il corpo di Simona Cinà era “esanime sul fondo, in un angolo distante e dotato di scarsa illuminazione rispetto alla zona ove erano collocati bar, consolle musicale e i servizi igienici”. Almeno “due ragazzi si sono immediatamente tuffati, hanno recuperato il corpo” e hanno “praticato le manovre di rianimazione in attesa dell’arrivo dei soccorritori”. Poi tutte le persone sentite come testimoni sono state collaborative.

Per l’avvocato Gabriele Giambrone, che assiste la famiglia, non ci sono “discordanze né polemiche con la Procura” di Termini Imerese perché “sono tutti dalla stessa parte, ovvero alla ricerca della verità” su quanto accaduto a Simona Cinà. Il legale ha espresso “piena fiducia nell’operato della magistratura”.  Il fratello maggiore della pallavolista deceduta, Gabriele Cinà, ha nominato ieri un suo legale per assisterlo, l’avvocato Mario Bellavista del foro di Palermo.

 

Domenica era stato il presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo, Dario Greco, ad intervenire con una nota, ricordando che “dinanzi a tragedie riguardanti fatti di cronaca e giovani vite, è sempre doveroso il rispetto dei principi deontologici che regolano i rapporti tra l’avvocatura, i mezzi di informazione e i social network”.

Sulla morte di Simona restano comunque ancora dei particolari da chiarire. I nodi fondamentali del ‘giallo’ potranno essere sciolti soltanto dall’autopsia, che sarà eseguita giovedì prossimo nell’ambito dell’inchiesta per omicidio colposo e al momento senza indagati. Per gli investigatori l’ipotesi al momento ritenuta privilegiata resta quella di un malore o di un incidente, senza però la responsabilità di altre persone.

 

E, comunque, in attesa dell’esame autoptico, la Procura di Termini Imerese, “auspica che non vengano più diffuse informazioni non veritiere in relazione al decesso di una giovane donna, così da poter rivolgere energie e risorse esclusivamente ad assicurare alla famiglia l’accertamento dell’esatta dinamica dei fatti accaduti”. Famiglia Cinà alla quale i magistrati porgono “le più profonde e sentite condoglianze per la perdita subita”.

“Simona Cinà era una ragazza solare – ha dichiarato Paolo Di Maggio, presidente di Acds Capacense Volley -, amava la pallavolo. Ha giocato nella nostra società fino allo scorso anno. Per lei la pallavolo era tutto. Ha insegnato anche a tanti bambini. Siamo distrutti per la notizia”.

“Si è fermata lo scorso anno perché doveva fare un anno di Erasmus in Spagna, andando anche a trovare il fratello – aggiunge il presidente -. La ricordiamo con tanto affetto. Era una giovane assennata che amava lo sport e si impegnava molto. Partecipava anche a diversi tornei di beach volley in estate. Una grande perdita”.