di Redazione

Catania – Nella storica ex sala del Senato Accademico al Palazzo Centrale dell’Università di Catania martedì 11 agosto si sono tenute le prime riunioni dei “tavoli tecnici” sulla sorte dei corsi decentrati. Relativamente a Siracusa, il rettore prof. Antonino Recca ha fatto gli onori di casa accogliendo il sindaco Roberto Visentin e il presidente della Provincia Nicola Bono. S’è trattato di una riunione interlocutoria che ha rinviato ogni decisione di merito al 28 agosto. Com’è noto la posizione dell’ateneo è di non disperdere le risorse finanziarie potenziando la Facoltà di Architettura. Di conseguenza Scienze dei Beni culturali rientrerebbe a Catania o diventerebbe un corso di laurea ad esaurimento. Assente all’incontro Salvo Baio, presidente del Consorzio universitario Archimede, che è stato rappresentato solo dal vicepresidente Mario Cavallaro. Il commento del presidente escluso dall’incontro è stato molto polemico: “Posso dire soltanto – ha dichiarato Baio – che con il sindaco Bufardeci e con il presidente Marziano una scorrettezza del genere non sarebbe stata fatta. Se il Comune e la Provincia ritengono il consorzio ‘cosa loro’ non hanno che da essere conseguenti”.
Subito dopo, e separatamente, si è svolto l’incontro tra il presidente del Consorzio Universitario di Ragusa, Giovanni Mauro, il rettore Antonino Recca ed il capo della segreteria tecnica del ministro Gelmini, Giovanni Bocchieri. E’ subito emerso il problema delle lauree specialistiche della facoltà di Agraria, difficili da mantenere per il basso numero di iscritti. Anche a proposito di Ragusa si è manifestata, genericamente, la disponibilità a stipulare nuove convenzioni ai sensi dei requisiti minimi previsti dalla 270, ipotizzando la realizzazione di un “polo universitario autonomo”, che comporterebbe una totale autonomia gestionale e finanziaria del Consorzio ibleo rispetto all’ateneo catanese, lasciando a quest’ultimo la piena responsabilità della didattica.
Nessun impegno definitivo è stato tuttavia preso circa la quota aggiuntiva di 400.000 euro, a suo tempo promessa dal Consorzio, che la Facoltà di Lingue e Letterature straniere considera indispensabile per l’attivazione dei propri corsi nel prossimo anno accademico. Si è data però notizia dell’istituzione a Modica di un nuovo corso di laurea in Scienze politiche con indirizzo internazionale, in collaborazione con l’Università di Messina dopo la chiusura del precedente corso in Scienze dell’Amministrazione della Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Catania. Il Consorzio farebbe ricorso a fondi residui della finanziaria 2006.
Dopo un iter particolarmente tormentato, il nuovo statuto del Consorzio ibleo dovrà intanto tornare sia in Consiglio comunale che in Consiglio provinciale per l’approvazione definitiva. E dovranno essere reperite le somme per garantire l’apertura del primo anno dei corsi di laurea, da versate entro il 30 settembre secondo l’impegno siglato con l’Università di Catania: un milione e settecentomila euro, più i quattrocentomila euro per Lingue. Non è affatto chiaro con quali previsioni di spesa il Consorzio ibleo punti alla costituzione del “quarto polo universitario”, attivando per ora più corsi di laurea è possibile attuare e sforzandosi di attrarre matricole. Il futuro di questa politica, che – nei desiderata del presidente Giovanni Mauro – dovrebbe assicurare la presenza di ben tre facoltà dell’Università di Catania e di una facoltà dell’Università di Messina, rimane assai incerto. Si vedrà a settembre.
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