Appalto pubblico "opaco", per i servizi nel parco Archeologico di Siracusa, sotto la lente dell’Anac
di Redazione
Siracusa – La Regione Siciliana ha revocato in autotutela la procedura di gara per l’affidamento in concessione della gestione integrata dei servizi al pubblico nei siti culturali della provincia di Siracusa – tra cui il Parco Archeologico e Paesaggistico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai – del valore di oltre 6,5 milioni di euro per quattro anni.
La decisione, formalizzata con decreto dirigenziale dell’Assessorato regionale dell’Economia, arriva a seguito dei rilievi formulati dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) nel corso di un procedimento di vigilanza avviato nel luglio scorso.
La gara, bandita lo scorso maggio dalla Centrale Unica di Committenza della Regione Siciliana (C.U.C.R.S.) su delega del Parco Archeologico, mirava all’esternalizzazione dei servizi di biglietteria, accoglienza e assistenza culturale, da aggiudicarsi secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Alla scadenza dei termini erano pervenute cinque offerte da parte di operatori economici di rilievo nazionale nel settore dei beni culturali.
Nel dettaglio, ANAC ha riscontrato diverse irregolarità nella documentazione di gara, tra cui: l’indicazione di un CCNL ritenuto non coerente con l’oggetto dell’appalto; l’assenza di motivazioni documentate a supporto della scelta dell’esternalizzazione; la mancata citazione dei livelli minimi di qualità stabiliti per i luoghi della cultura siciliani; l’allegazione errata di uno schema contrattuale riferito a lavori anziché a servizi; l’assenza di riferimenti ai CAM (Criteri Ambientali Minimi) obbligatori; errori nella quantificazione della garanzia provvisoria e l’utilizzo esclusivo di criteri discrezionali per la valutazione tecnica.
Tali rilievi sono stati “successivamente” oggetto di riscontro da parte del Direttore del Parco, Carmelo Bennardo, che, nella doppia veste di Responsabile Unico del Procedimento (RUP), ha ammesso alcune criticità, giustificandole perlopiù come errori materiali o omissioni non sostanziali. In particolare, ha chiarito che la scelta del CCNL Multiservizi era dettata dalla prassi adottata nella precedente gestione e che la carenza di personale interno giustificava l’esternalizzazione del servizio.
Tuttavia, la Regione ha ritenuto opportuno procedere alla revoca della gara, per scongiurare il rischio di affidamenti viziati che potessero compromettere i principi di legalità, trasparenza e parità di trattamento tra gli operatori economici.
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